di Cristiano Paruzzi [user #77] - pubblicato il 08 agosto 2000 ore 22:06
Tutti i chitarristi di certi generi musicali fanno uso di un suono
distorto. Noi poveri chitarristi che dobbiamo suonare pezzi altrui,
utilizziamo il distorsore per imitare quell'artista in quel brano. Oggi,
praticamente su ogni tipo e modello di amplificatore è presente la manetta
del distorto. Noi selezioniamo semplicemente il canale Clean o Dist, a
seconda dei casi, e suoniamo (più o meno bene!). Ma in realtà, sappiamo
cosa succede all'interno del nostro amplificatore (o del nostro dispositivo
per l'effetto)?
E' praticamente inutile spiegare come sia il suono distorto, quindi
passiamo alla spiegazione tecnica.
Esistono innanzitutto due tipi di effetti per ottenere la distorsione:
l'overdrive e il distorsore.
Ottenere il suono distorto mediante l'overdrive è semplice: la circuiteria
porta in saturazione, e quindi ad alti livelli di volume il segnale, il
preamplificatore.
Il suono che esce dal pre è distorto come se si stesse suonando a tutto
volume, ma i potenziometri del volume posti dopo il preamplificatore
riducono il segnale alle casse, in modo da ottenere il distorto a bassi
volumi. Naturalmente, il distorto tipico e caratteristico di una
strumentazione valvolare è praticamente impossibile da simulare con ampli a
transistor, anche se alcuni di questi ultimi hanno brevettato un suono
tipico.
Il distorsore è un effetto vero e proprio, nel senso che è disponibile
anche sotto forma di rack o pedalini. Il distorsore agisce in un altro
modo:
al segnale proveniente dai pickup, viene miscelata un'onda quadra,
proveniente da trigger elettronici, della stessa frequenza del segnale.
Se nell'overdrive, la manopola di 'quanto è distorto' il suono modifica il
volume al pre, nel distorsore regola la miscelazione del segnale clean e
dell'onda quadra.
E' da notare che in entrambi i casi, raggiunto il livello di saturazione
massimo (cioè quando è proprio distorto a manetta), qualsiasi altro
incremento del segnale entrante non modifica la qualità o il volume del
segnale uscente.