di alberto biraghi [user #3] - pubblicato il 01 agosto 2006 ore 15:19
Leo Fender era un genio. Quando mise assieme il primo ponte della Stratocaster (1952-1953) tenne in considerazione soprattutto la semplicità di regolazione e manutenzione. Ne venne fuori un accrocchio straordinariamente complesso, forse un gioiello di meccanica (non si sa, non pare ne esistano fotografie, ma si puà immaginare), ma che faceva suonare la chitarra come una scatola da scarpe con elastici tesi sul coperchio. Nessun sustain, nessuna armonica: il complesso di molle che rendeva il sistema estremamente efficiente (così mi disse personalmente il compianto Freddie Tavares nel lontano 1984), assorbiva tutta la magia raccolta dalle corde, quindi i poveri pickup raccattavano vibrazioni men che misere