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Registriamo la chitarra classica
Registriamo la chitarra classica
di [user #32554] - pubblicato il

Come per le chitarre folk e per gli amplificatori delle elettriche, anche per la chitarra classica il posizionamento dei microfoni è fondamentale, con la differenza che quest'ultima, a causa della sua dolcezza sonora e la scarsa proiezione, ne è particolarmente influenzata.
In studio mi capita di registrare qualsiasi tipologia di chitarra, forse perché è lo strumento che suono principalmente, e quindi specializzandomi, attraggo come le api ai fiori questo tipo di strumento.
Tra tutti i suoni di questo strumento, solid body, pulite, distorte e quant'altro effetto si possa immaginare, semiacustiche e acustiche, quella di maggior fatica nel ricavare un suono efficace e credibile è la chitarra classica. Nella totalità di famiglie di sei corde trovo che sia la più difficile da riprendere.
Raramente è uno strumento che suona in ensemble in un contesto definito elettrico, perché la dolcezza del suo suono rischia o di perdersi e di risultare facilmente scatoloso.
Principalmente penso a tre generi dove fa da padrona:
- il flamenco, dove però la corda in nylon è abbinata a uno strumento particolare, solitamente in cedro rosso, dal suono spiccatamente più pungente facilmente abbinata ad altre chitarre, magari con le tipiche percussioni, il cajon.
- la bossa nova, genere particolarmente dolce, soave e come si dice in brasiliano ricco di saudaje. Anche qui tutto è volutamente acustico e morbido in modo da permettere a questo strumento di non essere assorbito nelle frequenze dall'arrangiamento che circonda il suo suono.
- senza ombra di dubbio è impiegata in un contesto classico, dove pero facilmente si può intuire quanto gli strumenti del genere difficilmente siano di disturbo alle sue sonorità.

Certo ci sono tantissimi esempi anche nel pop elettrico, ma principalmente linee solistiche, dolci melodie dal sapore latineggianti. Penso a Elton John, Biagio Antonacci, Jennifer Lopez o chi vi viene in mente.
Ma la natura pungente delle linee melodiche che buca il suono dell'arrangiamento, rischia di perdersi quando cerchiamo di riprendere la totalità di frequenze di questo strumento, cioè in un accompagnamento armonico in particolare quando arpeggiato o quantomeno suonato dolcemente.
Vuoi per la natura strutturale dello strumento che, se si pensa alla forma di otto quasi simmetrica rispetto a una folk -quindi con bassi e alti bilanciati- vuoi anche per le prime tre corde in nylon o per le altre ricoperte, resta il fatto che il problema non risiede nel bilanciamento delle corde, ma nell'equalizzare questo strumento in registrazione. È un problema particolarmente insidioso e a volte più difficoltoso che non con molte altre famiglie e sonorità chitarristiche.
Come per un'elettrica e il cono dell'amplificatore, è di fondamentale importanza cercare e trovare la posizione giusta del microfono. Idem con la semiacustica, laddove si aggiunge oltre all'amplificatore anche uno o più microfoni davanti allo strumento per riprendere la parte acustica. Similmente allo strumento folk con le corde in metallo, dove avremo bisogno di un microfono sulla cassa e uno sulla tastiera per avere una completezza sonora, anche lo strumento classico si può riprendere in stereo (quindi con due microfoni) ma risulta molto efficace anche mono. L'unico problema sta nella sua proiezione sonora: essendo più debole rispetto alla chitarra folk, necessita grande sensibilità da parte non solo del fonico che posiziona i microfoni, ma soprattutto del musicista che, spostandosi anche di pochissimo, ha il controllo in parte sul bilanciamento delle corde, ma sopratutto tra frequenze alte e basse, elemento fondamentale per rendere credibile il suo suono.
Tale caratteristica è evidente dal video, soprattutto all'inizio, dove provo un semplice accordo di A minore e mi sposto rispetto al microfono.


Se fossi con un'acustica, avendo maggior profondità, proiezione sonora, carico di frequenze acute e non da meno un sostegno sonoro dato da più forti armoniche, la ripresa sarebbe più semplice. Con la classica, invece, il suono cambia e si sbilancia nell'equalizzazione molto più facilmente, passando magari da troppo brillante a troppo gonfio e carico di frequenze basse, rendendo il tutto veramente confuso.
Il mio consiglio, è ascoltarsi con molta attenzione, dotarsi di cuffie per una totale immersione nel suono, cercando degli opposti sonori, inclinando lo strumento o spostandosi diagonalmente rispetto al microfono, fino a trovare il giusto suono rispetto all'arrangiamento.
In pratica l'equalizzazione sarà fatta dai nostri movimenti.
Se invece la chitarra classica è il primo strumento da registrare, per poi magari sovraincidere una voce o un altro strumento, avremo maggior possibilità di controllo, in quanto nell'ensemble le frequenze di questo strumento vengono facilmente assorbite da altri suoni.
Consiglio quindi di spendere un po' di tempo non solo a sperimentare con la mano che arpeggia, diversi punti dove si pizzicano le corde, o magari calibrare la forza che si imprime, ma sopratutto provare a spostarsi un po' per volta rispetto al microfono, facendo delle personali considerazioni pensando che in questo caso sono i nostri movimenti a equalizzare il suono dello strumento.

Questa la strumentazione usata: chitarra Yamaha G-65 A completamente sverniciata per una maggior risonanza, corde Alvarez media tensione, Cuffie Akg K141, Microfono a condensatore AudioTecnica AT4050, pizzo biondo!
Buoni spostamenti davanti al microfono sentendosi equalizzatori umani!
chitarre acustiche microfoni tecniche di registrazione
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