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La palettona di Jimi Hendrix
La palettona di Jimi Hendrix
di [user #3] - pubblicato il

Durante l'epidemia di vintagemania che esplose a metà anni '80, appassionati e collezionisti si accorsero che le chitarre del primo periodo Cbs non hanno nulla da invidiare per qualità e voce alle idolatrate pre-Cbs. Una delle ragioni di questa riscoperta è Jimi Hendrix, che con queste Stratocaster cambiò per sempre il suono del rock.
Nel secolo scorso il confine era quel gennaio del 1965 in cui si consumò il misfatto: Leo Fender, oberato da problemi di salute che gli impedivano il superlavoro cui era abituato, formalizzò la cessione dell'azienda che portava il suo nome a Cbs, colosso della musica. Leo si mise in tasca 13milioni di dollari (una somma assurda all'epoca) e si dedicò alla propria salute. Cbs invece si dedicò alla progressiva demolizione dell'azienda che in 15 anni aveva cambiato la musica con i suoi strumenti rivoluzionari.

Prima a farne le spese fu la Stratocaster, che a fine 1965, esaurite le scorte di manici in magazzino, acquistò una nuova paletta ampliata, destinata a contenere un logo più grande e visibile che sarebbe comparso a fine 1967. Oltre a questo dettaglio estetico, le altre modifiche (tutte pensate da subito, ma introdotte tra il 1966 e il 1967 a esaurimento delle scorte di magazzino delle parti pre-Cbs) furono la nuova piastra del manico con la F incisa, le nuove meccaniche fatte in casa progettate da Forrest White nel 1965, il nuovo battipenna in vinile che sostituì quello in celluloide (infiammabile, ma che virava a un delizioso colore bianco-verdastro in pochi mesi), nuovi segnatasti in plastica similperla, un nuovo fondo in poliestere più spesso e il nuovo manico "maple-cap" con tastiera in acero applicata, a sostituire il classico maple-neck monoblocco.

Finita la caccia alle streghe che divampò durante l'epidemia di vintagemania che esplose a metà anni '80, appassionati e collezionisti si accorsero che le chitarre del primo periodo Cbs, quello che va dalla vendita all'introduzione del micro-tilt nel 1971, non hanno nulla da invidiare per qualità e voce alle idolatrate pre-Cbs. Una delle ragioni di questa riscoperta è Jimi Hendrix, l'uomo che con una Fender Stratocaster cambiò per sempre il suono del rock. 

Jimi era oltre lo strumento. Quando non aveva una lira aveva un sogno: "I want a white Strat", come ricorda Ernie Isley, leader della prima vera band di Jimi, gli Isley Brothers. In realtà il suo talento era tale che avrebbe fatto suonare bene anche una scatola da scarpe con l'elastico, ma con la Stratocaster rigorosamente capovolta, a bypassare la tradizionale irreperibilità di strumenti mancini, strinse un rapporto di simbiosi. La picchiava, la spaccava, la bruciava, ma sempre traendone attraverso i suoi Marshall suoni inaccessibili ad altri e destinati a fare la storia del rock.

La palettona di Jimi Hendrix

All'epoca la vintagemania non era ancora esplosa, negli anni '60 del boom le cose nuove erano sempre considerate migliori delle cose vecchie e quando i soldi cominciarono a entrare, Jimi non si fece mancare le chitarre, che acquistava a lotti quasi sempre da Manny's sulla 48th strada e poi spargeva per il mondo, intere in giro per gli alberghi, spezzate o bruciate nei backstage dopo i concerti più acidi. Anche se gli passò tra le mani di tutto, la configurazione che preferiva era la maple-cap bianca con cui salì sui palchi più importanti della sua carriera, che rimase nel tempo il simbolo del suo inarrivabile genio.

La palettona di Jimi Hendrix

Una nota curiosa. Pochi sanno che Jimi Hendrix è il primo artista a cui Fender provò a dedicare ufficialmente una chitarra, molto prima che nascesse ufficialmente a Artist Series con la Eric Clapton nel 1988. Nel 1980 l'azienda californiana tentava di fermare il declino rivolgendosi al proprio passato glorioso. Nacquero la 25 Anniversary del 1970, prima Stratocaster senza micro-tilt dopo otto anni, e nacque la The Strat, ma gli uomini di marketing premevano per ottenere dall'azienda strumenti ancora più attraenti, in grado di competere con una concorrenza che si faceva sempre più aggressiva. Fu Mudge Miller, dirigente commerciale all'epoca, a chiedere la produzione di una chitarra ispirata al grande Jimi. John Page, fondatore del Fender Custom Shop (lavorava alla Fender in quegli anni) ricorda che la "Hendrix Stratocaster" non venne mai prodotta in serie, ma fu un'edizione speciale voluta da Miller per un pool di negozianti texani. Ne furono costruiti cinque prototipi e 25 esemplari definitivi, identificati da una decal con una M sulla paletta. 

La palettona di Jimi Hendrix

Era bianca, con corpo destro e manico mancino in acero monoblocco, quindi aveva poco o nulla a che fare con gli strumenti usati da Jimi. Eppure oggi è molto ricercata dai collezionisti e raggiunge quotazioni altissime, anche perché uno dei prototipi fu acquistato e suonato da Stevie Ray Vaughan (leggi qui la storia e la storia delle altre Fender dedicate a Jimi).

Alberto Venturini, noto collezionista di strumenti vintage, ci ha messo a disposizione una bellissima Fender Stratocaster originale del 1969. Uscita di fabbrica l'anno seguente rispetto alla Strat che Jimi Hendrix usò a Woodstock (guarda caso, proprio mentre la Nostra vedeva i natali), la chitarra ne è praticamente un esemplare gemello: palettone, placca a quattro viti con su la grossa "F" incisa avvitata a un manico con accesso del truss rod alla base e un selettore a tre vie, come si usava una volta. Il cimelio consegnatoci è una signora chitarra che differisce dalla storica white Strat per la sola tastiera in palissandro.
Abbiamo deciso di affidarla alle sapienti mani di Michele Quaini, che per l'occasione l'ha messa alla prova con i riff più famosi di Jimi.

Attenzione, video multimediale, richiede supporto Flash per un'esperienza completa.



Nella gallery che segue è possibile dare un'occhiata ravvicinata alla chitarra di Alberto Venturini, mentre dal suo sito ufficiale è possibile sbirciare la collezione al completo. (la redazione)
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Link utili
Le Fender tributo a Hendrix: la storia
Alberto Venturini
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