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Washburn HB36: un'antichizzata di razza
Washburn HB36: un'antichizzata di razza
di [user #32554] - pubblicato il

La HB36 riprende la tradizione delle grandi semihollow con un look che rimanda a tempi andati, chitarre usurate che non aspettano altro se non di essere strapazzate a suon di blues e rock.
A SHG ho provato la Washburn J600 e ne sono rimasto positivamente colpito, tanto da richiedere a Master Music il modello di questa prova: la Washburn HB36.
Forma, peso e dimensioni ne fanno la classica semihollow body utilizzata a 360 gradi, dal jazz al pop, a suo agio con il rock and roll, fino a territori decisamente hard.

La chitarra ha ventidue tasti, meccaniche Gold Grover Rotomatic rapporto 18:1, pickup Washburn marchiati 621 neck e 623 bridge con selettore a tre posizioni. I controlli sono di forma tronco conica, satinati e in ebano come la tastiera, le meccaniche e il battipenna ben si amalgamano con il look generale sobrio e pulito.
Oltre a tutte le parti in legno antichizzate, sono color bronzo scuro sia i pickup (comprese le cornicette e le viti che li circondano), sia il ponte e l’attaccacorde, sposandosi perfettamente con il look vintage e consumato di questo strumento.

Imbraccio la Washburn HB36. Nell’osservare il legno e la finitura satinata così bella al tatto, provo come un senso di calore verso questo strumento, che invecchiato così com’è sembra già uno di quelli segnati dal tempo e dall’usura.

Il manico è davvero comodo, con una tastiera moderna e scorrevole, non velocissimo ma decisamente confortevole sia per gli accordi tanto quanto per linee soliste.
Da spenta suona ovviamente piccina e la dimensione acustica è poco di più di quella di una solidbody. La semihollow, in effetti, nasce con l’intento di contenere i problemi di feedback tipici degli strumenti acustici con pickup. Qui il vero corpo dello strumento è un blocco massello racchiuso da fondo, fasce e top.

Washburn HB36: un'antichizzata di razza

Con il pulito, il pickup al manico si comporta molto bene. È ricco di dinamica e ha diverse sfumature e colori.
In combinazione con quello al ponte fa cambiare subito orizzonte: da grosso e pasciuto diventa abbastanza nasale, ottimo per funky in levare o rock and roll da sparare in faccia a tutto volume con un overdrive ottenuto magari solo dal master dell’ampli.
Il pickup al ponte è fortemente caratterizzato da frequenze medio acute. Risulta difficile da controllare con il pulito, ma con un overdrive leggermente boostato regala armoniche a tutto spiano, mantenendo un livello di controllo delle sfumature sonore davvero impressionante: solo con il tocco riesco quasi a passare dal clean alla distorsione furibonda, grossa e graffiante.
Con distorsioni più accese tira fuori un suono vicino alla Les Paul, grosso e ringhioso: direi quindi che si difende bene anche in campo hard.
Il carattere sonoro dell'humbucker, il body definito double cutaway semi-acoustic e il manico incollato, sono i maggiori degli ingredienti che rendono unico il timbro di questi strumenti.

La HB36 inizia granitica e compressa nei puliti, quasi felpata. È perfetta dal rock and roll di Chuck Berry alla fusion di classe di Larry Carlton, finendo poi in mano ai Foo Fighters per scorribande hard e rock. Sperimentando con diversi amplificatori e suoni, non risulta difficile ritrovarci il sound dei Beatles o rivederci le firme del rocksteady e dello ska.


Mi sono divertito a provarla con la pedaliera che uso per gestire i clean. Nel video, durante il brano su base è possibile avvertire le differenze di volume e le sfumature dinamiche a disposizione giocando solo con il tocco.
Utilizzata per più di una settimana in diversi contesti, con il pulito dell'ampli, con un mare di effetti o pompata dalla grinta delle valvole, si è sempre comportata più che dignitosamente.
Nell’essere una replica di uno strumento importante, il suo costo contenuto e la sua capacità di avvicinarsi così tanto a certe sonorità sono sicuramente un vantaggio.
Se vi piace il suo carattere, sarà la vostra chitarra per tutte le stagioni.
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