I legni usati sono di qualità elevata: abete Adirondack per il top, mogano per fasce e fondo, ebano per ponte e tastiera e select hardwood per il manico (Alberto nel paragrafo in fondo all’articolo spiegherà il motivo di questa scelta).

Stupisce davvero la leggerezza complessiva di questa 14-tasti, che si lascia coccolare con disinvoltura, grazie anche al manico dal profilo a V capace di regalare un comfort eccezionale in qualsiasi situazione.

Come ricorda Ariberto, non sempre uno strumento super costoso è eccezionale, anzi a volte capita di imbattersi in strumenti di altissimo livello e restare completamente delusi e viceversa si può suonare strumenti di fascia media e finire con l’innamorarsene. Questa volta però ci è andata bene, perché la Martin oggetto della prova non solo svuota il portafogli, ma regala un ottimo feeling e soprattutto restituisce al tocco un sound eccezionale.

L’etichetta all’interno della buca riporta la data 1937, anche se a dire il vero non sappiamo se le dimensioni e il sound rispecchino alla perfezione quello di quegli anni, certo è che con i suoi bassi molto risonanti e presenti e i cantini allo stesso tempo squillanti ma rotondi, mai appuntiti e vuoti, il suono della triplo zero in questione rasenta la perfezione.

Con corde .013 si riesce a rinvigorire ancora di più il volume e il sound soprattutto delle corde basse, oltre alla possibilità di settare un'action bassissima. Con le .012 il risultato non cambia molto, anche se le basse risulteranno sicuramente meno presenti a favore delle medie e alte frequenze.


Siamo rimasti soddisfatti dalla prova di questa chitarra da quasi 4mila euro, una cifra sicuramente non abbordabile per tutti, all'apparenza esagerata. La Martin 000-18 Golden Era però, a nostro avviso, vale ogni euro che costa. Grazie anche alla grande versatilità permette di suonare in qualsiasi situazione. Grazie all'ottimo volume di uscita poi risulta perfetta sia per le registrazioni in studio quanto per le serate live più furibonde, anche se la mancanza di un sistema di amplificazione ne limita per ovvie ragioni l'utilizzo in contesti elettrici. Nei negozi non la si trova facilmente, ma nel caso vi capiti di addocchiarla tra la rastrelliera del vostro rivenditore di fiducia fateci un giro, però lasciate a casa portafogli, bancomat e libretto degli assegni.


La chitarra che suona Ariberto in questo video è un gioiellino con cui casa Martin per l'ennesima volta dimostra di essere in grado di produrre strumenti di ottima qualità, sonorità e materiali, ispirati ai loro antenati della Golden Era, il decennio 1930-1940 durante il quale la casa di Nazareth produsse magia pura. La 000-18 GE è una chitarra costruita secondo le specifiche e l'attenzione dell'epoca, ma utilizzando i materiali disponibili oggi. Ecco dunque un top in abete Adirondack, fasce in mogano, fondo pure in mogano con fregi in palissandro. Il manico nelle specifiche è "select hardwood": l'azienda di Nazareth utilizza questa dicitura da quando le sue scorte di legni stagionati hanno cominciato a esaurirsi, per riservarsi l'opzione di scegliere mogano o cedro spagnolo, scegliendo di volta in volta il meglio che offre il mercato. Bellissima la finitura "polished gloss", che arricchisce l'aspetto (lo stile 18 quando è opaco sembra un po' povero), splendidi tastiera e ponte in ebano, il binding tartarugato, i magnifici capotasto e osso del ponte in avorio fossile. E sopra tutto l'X bracing scalloped in stile 1937 e il manico con profilo "modified V", che accoglie la mano in ogni stile. 
Una chitarra versatile per il fingerstyle come per il flatpicking, una workhorse di buona razza, senza fronzoli, tutta sostanza. Costa cara, ma è davvero lo strumento che promette buone vibrazioni per una vita e anche oltre. (Alberto Biraghi)