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Peavey AT-200: elettro-magia
Peavey AT-200: elettro-magia
di [user #16167] - pubblicato il

AT come Auto Tune, la Peavey AT200 è una chitarra elettrica in grado di accordarsi da sola istantaneamente e in innumerevoli modi diversi senza parti meccaniche in movimento. Immediata nell'uso e dotata di una liuteria di livello, la AT200 è capace di imitare anche la voce di chitarre che hanno fatto la storia.
AT come Auto Tune, la Peavey AT200 è una chitarra elettrica in grado di accordarsi da sola istantaneamente e in innumerevoli modi diversi senza parti meccaniche in movimento. Immediata nell'uso e dotata di una liuteria di livello, la AT200 è capace di imitare anche la voce di chitarre che hanno fatto la storia.

Difficile restare ancora stupiti al giorno d’oggi per le innovazioni applicate al mondo della chitarra elettrica. Tra meccaniche automatiche, ponti che compensano i movimenti delle corde e sistemi di autotuning c’è l’imbarazzo della scelta. Abbiamo avuto la possibilità di testare la Peavey AT-200, dotata del sistema Antares Autotune, e abbiamo provato a mostrare alcune delle potenzialità offerte da questo strumento.

Prima di dedicarci all’analisi del sistema Antares, sicuramente il pezzo forte della recensione, scorriamo velocemente le caratteristiche dello strumento su cui questo è stato installato.

La AT-200 è di base un buono strumento, realizzato con cura, anche se non si tratta del top di gamma della produzione Peavey.
Il corpo è in tiglio, manico in acero con tastiera in palissandro a 24 tasti e una scala da 25,5" con truss rod a doppia azione. Sul body trovano posto i due humbucker realizzati specificamente per questo strumento.
Al ponte viene posizionato un pickup studiato per garantire un output potente e suoni spostati verso le alte frequenze. Al manico, invece, il pickup scelto è più garbato e rotondo, più scuro ma con un volume di uscita degno del suo compagno. Sono entrambi a doppio conduttore e connessi da uno switch a tre posizioni classico.
Volume e tono, oltre alle consuete funzioni, gestiscono anche l’accensione del sistema di autotuning. Attivandolo, infatti, tutte queste caratteristiche descritte vengono meno, o quasi.


Premendo il tono, un piccolo LED sulla cornice del pickup al manico si attiva, segnalando il passaggio alla modalità auto tune. Tenendo premuto il potenziometro del volume e dando una pennata alle corde, lo strumento si accorda in meno di un secondo. All’apparenza però non cambia nulla: nessuna parte meccanica si è mossa. Il sistema infatti è completamente digitale, rileva la vibrazione delle corde, ma come un pickup esafonico ricostruisce da zero il suono, permettendo così di avere uno strumento sempre intonato.
Questa è già una caratteristica da non sottovalutare, ma le feature del sistema Antares non finiscono certo qui.
Il nome auto-tune può trarre in inganno, dietro queste due parole si nasconde in realtà un congegno in grado di espandere non poco le potenzialità di una normale chitarra elettrica come la AT-200. Con semplicità si possono richiamare una svariata quantità di preset. Il modello in nostro possesso, comunque, non era dotato dell’ultima release del software e aveva a disposizione solo le diverse accordature, ottenibili attraverso vere e proprie combinazioni di tasti.
Similmente a come si fa su un computer, premendo in diverse posizioni alcune delle sei corde ci si interfaccia con il DSP integrato nel body, richiamando l’accordatura desiderata.
Con l’ultimo aggiornamento, alle varie accordature si sono aggiunti diversi timbri, tra cui P90, California Single Coil e Nashville Single Coil, che avremo sicuramente modo di testare in futuro.
Tornando a bomba sulle accordature, c’è l’imbarazzo della scelta. Si può passare da una open G a un Drop D in un nanosecondo, arrivando perfino ad accordature da chitarra baritona.
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Prima di occuparci del suono, bisogna citare quello che è il grande pregio di questo sistema. Chiunque si sia cimentato con accordature diverse da quella standard avrà sicuramente incontrato non pochi problemi di setup. Sui palchi, se si deve fare uso di accordature aperte o droppate, è sempre consigliabile predisporre strumenti diversi, soprattutto quando si ha a che fare con ponti vibrato e Floyd Rose. Quando si vuole invece scendere con l’accordatura, magari per un progetto metalcore che richiede suoni granitici, la prima cosa da fare è cambiare scalatura, rifare il setup e abituarsi alle nuove corde.
Ecco, con la Peavey AT-200 non si incorre in nessuno di questi problemi. Una volta montate delle comode 0.009 e settato lo strumento non ci si deve più curare di nulla, nemmeno dell'accordatura, penserà a tutto Antares.

Ci dovrà pur essere uno scotto da pagare per tutta questa praticità. All’apparenza no!
Lo strumento innanzitutto è una vera macchina da corsa. Tastiera piatta e veloce, manico con profilo a C molto comodo e body sagomato alla perfezione. Mancherebbe solo il Tremolo a rendere perfetta la AT-200. Il sistema Antares è calibrato alla perfezione ed è in grado di rispondere in maniera rapida e impercettibile anche ai sensibili cambi di pitch soliti di bending e vibrato. Abbiamo perfino preferito il sound degli humbucker simulati a quello degli analogici, molto più presente e punchy.


Probabilmente l’unica cosa da affrontare, oltre al preconcetto che solitamente affligge i chitarristi di fronte alle innovazioni tecnologiche come questa, è il prezzo che all’apparenza può sembrare elevato (intorno ai 550 euro). Se si pensa però al sistema montato su questa Peavey e alle sue innumerevoli feature, il tutto appare ben più ridimensionato.
Se alla chitarra si abbina poi la Breakout Box, le caratteristiche si espandono ulteriormente. Si può infatti sfruttare l’uscita posizionata accanto al jack per trasformare la AT-200 in una MIDI guitar e interfacciarla così con innumerevoli macchine che comunicano con il protocollo MIDI, oltre a implementare la possibilità di selezionare preset nella chitarra tramite una pedaliera.
Un prodotto che ne racchiude un centinaio.
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Peavey AT200
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