di eman [user #38630] - pubblicato il 13 ottobre 2013 ore 11:00
Le proverbiali ultime parole famose. Vedere il lavoro di un amico può spingere anche gli irriducibili detrattori dell'invecchiamento artificiale ad affrontare la sfida del relic.
Le proverbiali ultime parole famose. Vedere il lavoro di un amico può spingere anche gli irriducibili detrattori dell'invecchiamento artificiale ad affrontare la sfida del relic.
Io non reliccherò mai una chitarra, non intaccherò la sua vernice con segni o graffi che non possano ricondurre a un particolare momento, concerto, distrazione, incazzatura (solitamente per frustrazione da riff che non vuole entrare nelle mani). Un principio con cui ho vissuto per anni e che per anni mi tormenterà per aver tradito. Ma sapete che vi dico? Mi sono divertito.
L'idea è nata da uno scambio di mail, foto con un amico che aveva appena reliccato la sua chitarra. Gli dicevo: "Bella, però questo potevi farlo così, questo cosà". Pronti, via. Mi ha dato il ben servito: "Reliccati la tua e poi parli". Ha ragione: ecco fatto! La vedrà per la prima volta anche lui in questo articolo.
La cavia di questo esperimento è stata la Telecaster Standard Mexico, la mia seconda chitarra. Non volevo rifarmi ad alcun tipo di Telecaster, né ad alcun periodo particolare. L'ho reliccata come più mi piaceva prendendo spunto da foto sulla rete.
Lo so che ci sono degli anacronismi estetici, per esempio il ponte a sei sellete non si può vedere su una relic, ma la difficoltà di reperirne uno a tre sellette mancino a breve tempo e la necessità di avere la chitarra pronta nel giro di un paio di giorni hanno fatto sì che rimontassi il suo. Un altro fattore di contrasto è il manico che risulta ancora troppo nuovo rispetto al resto. Ho eliminato un poco la verniciatura lucida ma non me la sono sentita di intaccare ancor più il manico con cui mi trovo bene. Se avete suggerimenti ben accetti.
Il body è stato maltrattato a colpi di cacciavite (in un punto mi è anche scappato e si vede!), carteggiato sui bordi per poi essere passato tutto con carta abrasiva 1000, la più fine. Questo per eliminare un minimo lo strato lucido della vernice poliuretanica e prepararlo alla verniciatura acrilica del trasparente opaco. Il relic lucido proprio non mi piaceva.
L'hardware è stato messo un po' a mollo e un po' ai vapori di acido cloridrico e ammonica a seconda della parti, se in ottone o ferro. Precedentemente è stato carteggiato per eliminare in parte la cromatura e far sì che gli acidi intaccassero a dovere.
Il battipenna è stato ingiallito con un accendino e ho poi accentuato i segni del plettro comunque già presenti.
Il manico praticamente non è stato toccato se non con una paglietta a grana fine per eliminare un minimo il lucido. Probabilmente l'efficacia di questo trattamento è stata nulla, ma io per effetto placebo sono convinto di sì, come per il fatto che suoni meglio!
Ho forse fatto un setup più accurato e finalmente cambiato corde, ecco la verità per cui mi trovo meglio a suonarla.
Il risultato mi soddisfa, a fianco della Stratocaster realmente invecchiata dai segni degli anni non stona più con il suo luccicare. Ora non mi resta che imparare a suonare perché, come mi hanno già detto, vai avanti con il relic che ti viene meglio!
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.