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Cort X6 e Kramer Striker 211 a confronto
Cort X6 e Kramer Striker 211 a confronto
di [user #31823] - pubblicato il

Anche se la Cort X6 e la Kramer Striker 211 sono due chitarre sostanzialmente diverse, è possibile farne un confronto oggettivo analizzandole in relazione alla loro comune fascia di prezzo, fattori di suonabilità e materiali, ricavando interessanti spunti di riflessione.
Anche se la Cort X6 e la Kramer Striker 211 sono due chitarre sostanzialmente diverse, è possibile farne un confronto oggettivo analizzandole in relazione alla loro comune fascia di prezzo, fattori di suonabilità e materiali, ricavando interessanti spunti di riflessione.

Ci sono strumenti per tutte le tasche, per fortuna, perché non tutti hanno la necessità o possibilità di spendere cifre consistenti per l’acquisto di una chitarra elettrica al top. Usando un termine inglese a me antipatico ma che serve per capirci, ci sono vari strumenti nella cosidetta fascia entry level. Trovare qualità/prezzo soddisfacente non è più tanto difficile e molti produttori si danno più o meno da fare in tal senso.

Veniamo al sodo. Lasciando il mio passato alle spalle, oggi suono per puro sfizio e mi diverto a comporre per hobby e purtroppo non posso suonare con costanza ma saltuariamente. Quindi non ho più nessuna necessità, né voglia, di spendere una fortuna per una chitarra come facevo diverso tempo fa. Perciò, un paio di anni fa, dopo aver provato varie chitarre, comprai una Cort X6 tanto per riprendere a suonare in casa dopo dieci anni di inattività totale, perché constatai che era la migliore tra quelle provate nella sua fascia di prezzo.
Poiché ultimamente volevo una doppia chitarra, ho pensato a una mia vecchia passione che non potei realizzare perché l’azienda chiuse i battenti: Kramer. È tornata sul mercato da pochi anni con alcuni modelli, sotto proprietà Gibson. La mia scelta è caduta sulla Striker 211.

Non voglio fare un'altra recensione, ci mancherebbe, bensì confermare alcune cose già dette e aggiungerne altre che ho verificato, anche se non mi sono piaciute più di tanto.
La fascia di prezzo può sembrare quasi uguale a quella della X6, che però ho pagato 62 euro in meno. In proporzione è comunque una percentuale considerevole, perché per la X6 ho speso 224 euro contro i 286 della Kramer.
Comincio dicendo che le due chitarre sono molto diverse. La Cort ha infatti i pickup HSH, mentre la Kramer HSS, e anche i legni non sono uguali.
Acquistai la Cort personalmente in negozio mentre la Kramer, essendo introvabile nella mia città e dintorni, dopo una ricerca ho preferito comprarla online da Thomann che è stato preciso, puntuale e serio nelle risposte a molte mie domande.
Una cosa che non mi è piaciuta, non certo imputabile a Thomann, è che la chitarra mi è arrivata starata quanto basta da dover correre ai ripari. Ho dovuto regolare il truss rod (con una chiave diversa da quella che mi hanno dato in dotazione, visto che quest’ultima è di misura sbagliata), il diapason delle ottave (ottavatura) e qualche altra cosuccia come l'altezza dei pickup, che a un neofita avrebbero procurato un po' di problemi. La Cort, invece, all'atto dell’acquisto era già regolata per bene dalla casa madre.
Le corde montate di serie, inoltre, erano di qualità inferiore a quelle originali della X6, anche se questa è comunque un’inezia perché, si sa, le aziende tentano di abbattere i costi per migliorare i loro guadagni, per cui rimane cura e onere dell’acquirente l’acquisto di una nuova cordiera migliore. Comunque, le corde originali della X6 mi sono durate quattro mesi, mentre quelle della Kramer due mesi anche se c'ho suonato di meno!
La diversità tra le due chitarre, credetemi, non è certo per i legni, ma proprio per come sono state costruite e assemblate. Descriverne tutti i particolari non mi è possibile per questioni pratiche, ma posso riassumere i punti fondamentali in un elenco più o meno sintetico.

Cort X6:
- corpo in tiglio, manico in acero e tastiera in palissandro 24 tasti avvitato al corpo
- due humbucker e un single coil centrale, switch a cinque posizioni e split sul potenziometro del tono, che offre quindi maggiori possibilità timbriche
- ponte tipo Floyd Rose (marchiato Cort) double locking
- meccaniche Cort di buona fattura
- parte elettronica buona. Potenziometri silenziosi e regolazioni uniformi. Unico neo, per essere ultra-pignoli, è un leggerissimo "click" avvertibile quando si cambia la posizione dello switch, ma soltanto se non si toccano le corde, altrimenti diventa paragonabile a zero.

Passiamo alla Kramer:
- corpo in mogano, manico in acero avvitato al corpo e tastiera in acero (non lucida e incollata al manico) 24 tasti
- un humbucker e due single coil con switch a cinque posizioni (senza split)
- ponte tipo Floyd Rose (marchiato Kramer) double locking
- meccaniche Kramer di buona fattura
- parte elettronica buona, con potenziometri scorrevoli ed escursione della regolazione buona. Cambiando la posizione dello switch senza toccare le corde, il "click" di cui sopra è inferiore a quello della Cort e scompare del tutto se si hanno le mani sulle parti metalliche (corde, meccaniche, ponte, leva).

A conti fatti, tra le due chitarre la parte elettronica non ha enormi differenze, fatta eccezione per il single coil della X6, usando il distorsore, che è un po' più silenzioso di quelli della Kramer a parità di condizioni di utilizzo.

Ora, punto per punto, vediamo qualche altra differenza.
Tra il corpo in tiglio e quello in mogano, sfido chiunque a trovare il pelo nell’uovo su presunte differenze di cui tanto si discute, perché le verniciature sono spesse in entrambe le chitarre. Il confronto potrebbe esistere soltanto se ambedue avessero il legno nudo.
La Cort, comunque, l’ho sverniciata e portata a legno, per cui la presente recensione la sto facendo riferendomi a quando era ancora verniciata di fabbrica (rosso satinato), cioè quando era così.


La suonabilità del manico l’ho trovata di gran lunga superiore sulla Cort: più morbido e, soprattutto, si può abbassare un po' di più l’action, mentre nella Kramer non mi è stato possibile andare più in basso di un certo limite senza far friggere le corde, che sono rimaste un tantino alte - si fa per dire - e più dure, ma di poco rispetto alla X6 e a come mi servirebbero e il fritto, si sa, fa male alla salute!
L'accessibilità agli ultimi capotasti, parametro spesso sottovalutato o addirittura ignorato, è oggettivamente migliore nella Cort X6. Sulla Striker 211, almeno per la grandezza e forma della mia mano, mi dà un po' fastidio la parte dello zoccolo dov’è avvitato il manico, in quanto di forma quadrangolare e spigolosa. Sulla Cort invece è arrotondato, permettendo al muscolo palmare della mano sinistra di andare più in fondo con minori impedimenti.
Le foto seguenti faranno capire meglio cosa intendo dire.

Cort X6 e Kramer Striker 211 a confronto

I due humbucker della Cort sono più spinti sui suoni distorti rispetto all'humbucker della Kramer e li ho trovati decisamente migliori nell’attacco e dinamica. Sui suoni puliti il discorso sulle differenze è identico anche se si nota un po' meno. Il punto a favore di quello della Kramer, però, è che ha una delle bobine con la regolazione dell’espansione polare, il che permette, volendo, di regolare il campo magnetico su ogni singola corda.
Il single coil della Cort, in quanto a timbrica, è un pelo meno squillante di quelli Kramer ma direi che in entrambe le chitarre sono quasi equivalenti, fatta eccezione per la dinamica leggermente migliore per quello della X6, anche se i massimi volumi ottenibili in uscita sono pressappoco uguali.
In tutti i casi, però, sia gli humbucker sia i single coil della Cort hanno un suono più definito e dinamico, soprattutto nei suoni distorti e sui bassi.
Un'altra differenza alla quale non avevo pensato prima dell’acquisto ma che si è rivelata importante è la posizione dello switch. Sulla X6 è facilmente accessibile perché la manopola del volume si trova spostata più all’interno rispetto alla levetta, per cui semplicemente abbassando la mano si riesce a comandarla molto velocemente. Sulla Kramer, invece, il volume è posizionato giusto sopra la levetta dello switch, per cui cambiare posizione mentre si suona non è affatto comodo.
Ma si vedano le foto seguenti e si capirà meglio.

Cort X6 e Kramer Striker 211 a confronto

Riguardo al ponte, do un punto a favore alla Kramer e spiego il perché. Sono entrambi di buona fattura – in riferimento al prezzo – ma quello Cort è più duro da usare e bisogna premere o alzare con una certa forza, mentre quello Kramer è un po' più maneggevole. Non certo morbido, ma senz’altro più "addomesticato".
La tenuta dell’accordatura è buona in entrambe le chitarre e devo dire che grosse differenze non ne ho trovate. Mi riferisco, però, a bloccacorde chiuso, mentre se lo si lascia aperto la X6 tiene meglio l’accordatura per più tempo a parità di utilizzo, ovviamente con i ponti in questione ben allineati e tarati.
Comunque, il materiale del ponte Kramer è un po’ più massiccio e sembra leggermente più robusto, ma dovrà essere il tempo a confermarlo, quindi ci metto un punto interrogativo perché è ancora presto per fare ogni valutazione. Del resto anche Bruce Lee era mingherlino, ma molto più resistente e forte di un buttafuori palestrato!

Passiamo all’estetica. La Kramer la volevo viola translucida ma, ahimè, è già fuori produzione, per cui potevo scegliere tra bianca con la paletta reverse, nera translucida o sunburst.
La paletta reverse in genere mi piace ma non di questa forma, cosiddetta "a banana". La preferisco in stile Ibanez o ESP per intenderci, perciò rimanevano quella di color nero e la sunburst. Poiché quest'ultima ha praticamente gran parte di nero, alla fine l’ho scelta perché le sfumature in più che ha anteriormente danno un tocco estetico diverso rispetto a quella tutta nera.
In realtà, il sunburst non è mai stato la mia passione ma mi son dovuto ricredere con questa chitarra, perché è fatto magnificamente bene, veramente preciso, senza sbavature né imperfezioni, lucidato incredibilmente liscio e a specchio, molto piacevole alla vista e al tatto, con un effetto quasi tridimensionale. Tutta la chitarra, devo dire, nell'estetica è ben curata e non ha imperfezioni. Su questo tanto di cappello a Gibson-Kramer.
Anche la Cort è di ottima fattura e all’acquisto non presentava imperfezioni di verniciatura o altre anomalie.
La Kramer è made in Indonesia, mentre la Cort è fabbricata in Corea, nella fabbrica dove ogni anno escono più di 600mila chitarre costruite soprattutto per i marchi più blasonati, o meglio più conosciuti.

Ci tengo a dire che l’acquisto di una chitarra su internet non è proprio il massimo, nel senso che non la puoi provare prima di comprarla, per cui ti può andar bene ma anche male. Comunque, Thomann dà la possibilità del "soddisfatti o rimborsati" e, se entro un mese l’acquisto non ti piace, lo rimandi indietro e ti rimborsano. Su questo il mio dubbio: la rimando indietro e mi faccio rimborsare oppure me la tengo? Mi sono fatto due conti e, alla fine, ho deciso di tenermela come chitarra da studio e come pezzi di ricambio nel caso fosse necessario. Ovviamente non disdegno di suonarla, perché il lato positivo è che, dopo averci fatto un po' di esercizi, quando passo sulla X6 sembra di toccare la mollica del pane!
Lo so, sembra pazzesco vederla come miniera di pezzi di ricambio, ma se si pensa che soltanto un ponte come quello costa già intorno alle 160 euro e anche più, che i pickup li posso migliorare preamplificandoli, a conti fatti già che ce l’ho me la tengo.
A proposito di preamplificazione, c’è un’altra differenza importante tra le due signore ma questa volta in favore della signora Kramer. In entrambe le chitarre gli scassi contenenti le parti elettroniche, volumi, toni e switch, sono schermati con vernice conduttiva alla grafite e fin qui nessuna differenza. Lo scasso della Cort, però, è più piccolo di quello della Kramer, tant’è che per preamplificarla ho dovuto fare un apposito scasso sul retro del corpo per alloggiarvi il portapile da 9V. Lo scasso della Kramer, invece, è molto più generoso.

Cort X6 e Kramer Striker 211 a confronto

Ho introdotto una pila da 9V all'interno del vano Kramer proprio per far notare la capienza e la fattibilità di questo eventuale lavoro, mentre nel vano della X6 non c’è nulla proprio perché non ci va e, come potete intuire, per far entrare quel groviglio di fili e metterlo in ordine ho dovuto sudare parecchio, soprattutto per infilare il preamplificatore che si vede in alto e che ho dovuto posizionare in piedi.
Nella Kramer si può notare che c’è spazio a sufficienza per inserire una pila e un preamplificatore, semmai qualcuno fissato come me decidesse di modificare la parte elettronica. Meglio ancora, si può montare set di pickup attivi senza fare nessuno scasso per la pila. Per sostituirla basterà semplicemente svitare le tre viti del coperchio, operazione veloce e da farsi ogni 4-6 mesi o più, a seconda del preamplificatore o pickup attivo montati e delle ore di utilizzo. Se poi qualcuno vuol fare di meglio, può benissimo fare una sorta di scasso sul coperchio stesso del vano elettronico, in modo da ottenere uno sportellino più piccolo sul quale fissare il portapila che ci andrà agevolmente, evitando qualsiasi stupro al corpo in legno della chitarra.
Ultima differenza che mi sento di descrivere è quella dei coperchi degli scassi che contengono le molle dei ponti. Sulla X6 è un po' meno pratico, nel senso che se si ha necessità di stringere o allentare le molle si deve per forza smontare il coperchio, mentre sulla Kramer ci sono le due apposite fessure che permettono l’introduzione di un cacciavite. Sicuramente è poca cosa, nel senso che la regolazione delle molle è un’operazione che va fatta una volta ed, eventualmente, a distanza di molto tempo, a seconda di come si usa la leva e, di conseguenza, di come tendono ad allentarsi le molle dopo innumerevoli sollecitazioni. A conti fatti, chi ci sa fare non avrebbe difficoltà a ritagliare il coperchio della X6 per ottenere le due finestre, anche se francamente sarebbe un lavoro inutile.

Veniamo alle conclusioni.
Allo stato attuale della mia personale esperienza diretta, rimanendo nel campo degli strumenti economici, se dovessi scegliere tra comprare una Cort X6 o una Kramer Striker 211, sceglierei di nuovo la X6. Il primo motivo è perché l’ho trovata più maneggevole tra morbidezza del manico e accessibilità agli ultimi capotasti. Inoltre la presenza di due humbucker, credetemi, fa la differenza, perché una configurazione HSH ti permette più possibilità timbriche (e meno rumori) rispetto a una HSS, soprattutto se c’è uno split come in questo caso, senza contare che li ho trovati migliori dal punto di vista sonoro. La cosa cambierebbe se la Kramer montasse un set di pickup di qualità un pelo sopra a quella attuale, e credo che l'azienda possa fare di meglio rimanendo in questa fascia di prezzo.
Riguardo l'estetica, beh, è tutto un fatto personale e mi sento di dire soltanto che, di qualsiasi chitarra si tratti, compresa la X6, non la comprerei più con i colori satinati, perché sapete benissimo che dopo un certo tempo tendono a diventare lucidi laddove si appoggiano le mani, specie se sudate, o gli indumenti se fanno azione di sfregamento. A quel punto c’è soltanto una cosa da fare: lucidarla tutta con pasta abrasiva extrafine o del polish leggermente abrasivo, dopo aver perso tempo per smontarla tutta.

Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.

Cort X6 e Kramer Striker 211 a confronto
211 6 chitarre elettriche cort kramer striker x
Link utili
Recensione Cort X6
Recensione Striker 211
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