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La Gibson Pearly Gates di Billy Gibbons è un'illusione
La Gibson Pearly Gates di Billy Gibbons è un'illusione
di [user #17844] - pubblicato il

La ricerca del suono a volte prende strade inaspettate. Buddy Whittington, in un'intervista ad Accordo, svela il segreto del mitico suono del Reverendo Gibbons. Imitare i propri idoli a volte è più a portata di mano di quanto non si creda.
La ricerca del suono a volte prende strade inaspettate. Buddy Whittington, in un'intervista ad Accordo, svela il segreto del mitico suono del Reverendo Gibbons. Imitare i propri idoli a volte è più a portata di mano di quanto non si creda.

Quando si parla di ricerca del suono ideale, la linea di demarcazione tra l’acquisto dello stretto indispensabile e il "vorrei ma non posso" è estremamente labile. Circondarsi di chitarre, amplificatori e pedali sembra divertente, e l’acquisto compulsivo può diventare anche un buon alibi per chi proprio non riesce a tirare fuori il suono che ha in mente con le sue sole dita. Al contrario, però, la storia del suono che "è nelle mani" può puzzare di scusa per non dare fondo ai propri risparmi nella ricerca di strumenti degni di questo nome. Spesso in casi del genere la verità è nel mezzo, invece a volte non si trova né da una parte né dall’altra, né tantomeno al centro, ma proprio altrove.

Una chiacchierata con Buddy Whittington, bluesman finissimo dotato di un tone capace di far impallidire i colossi della chitarra, ha tirato fuori diversi spunti di riflessione, tra i quali alcune considerazioni su uno dei sound più studiati e imitati degli ultimi decenni: la voce celestiale della Pearly Gates, la ricercatissima Les Paul del '59 conservata gelosamente dal Reverendo degli ZZ Top.

Il suono di Billy Gibbons è uno di quelli che, più di tanti altri, riesce a mandare fuori di testa i patiti della ricerca del timbro perfetto.
Ariosa, grossa, presente, con armonici che vengono fuori da tutte le parti e con sustain da vendere, la Pearly Gates ha contribuito a rafforzare il mito dell’annata Gibson 1959. Il Reverendo, dal canto suo, ci ha messo una serie di leggende che spiegherebbero la fonte del suo suono insuperabile.

La Gibson Pearly Gates di Billy Gibbons è un'illusione

Uno dei punti fermi nella mente dei chitarristi è che per avere un suono grande ci vogliono delle corde grandi. E allora via a montare cavi dell'alta tensione con scalature da spavento, magari per cercare di imitare il suono di Billy. Poi basta dare un'occhiata al suo rig per scoprire un'amara verità: mr. Gibbons usa corde .007-.038, tra le più sottili e morbide in commercio (.008 per il bottleneck).
Subito dopo ci si appiglia all'anello appena successivo in catena: il plettro.
In diverse interviste, Billy ha spiegato di usare un plettro ricavato da un peso messicano fresato a dovere. Inutile dire che le quotazioni dei pesos, del tutto privi di valore da collezione se non per la loro uscita di produzione, sono salite alle stelle e oggi ci sono chitarristi disposti a pagare cifre importanti per una di quelle monete.
Neanche il tempo di procurarsene una e viene fuori una foto di Gibbons mentre usa un normalissimo plettro signature costruito da Dunlop per lui con un materiale plastico simile a quello impiegato per i finestrini delle auto da corsa. E in tutto questo il suo suono non sembra affatto diverso.

La Gibson Pearly Gates di Billy Gibbons è un'illusione

A questo punto la pazienza comincia a venire meno e l'attenzione si sposta verso il pezzo più costoso della sua collezione: la Pearly Gates. Ci si convince che il suo suono sia dovuto al mojo di quella Les Paul mitologica e si prova a farsene una ragione, spiegando a se stessi che quel suono si può avere solo imbracciando un pezzo di storia simile.
Poi si vanno a guardare gli ZZ Top dal vivo e si vede Billy esibirsi con diversi modelli di Les Paul, Telecaster, varie Gretsch, chitarre spesso con fori interni di alleggerimento e a volte addirittura con manici cavi per ridurre ulteriormente il peso. D’altra parte, il tiraggio delle corde è minimo e non servono legni particolarmente resistenti per contrastarlo.
Anche la nuova convinzione fatica a tenersi in piedi, perché lui ha lo stesso suono con tutte le chitarre, pure con quelle ricoperte di peluche e addirittura con una curiosa Telecaster con dentro ficcato un tablet.

La Gibson Pearly Gates di Billy Gibbons è un'illusione

Ultima spiaggia, ci si arrende ammettendo che il suono è nelle mani: non si potrà mai avere il suono di Gibbons senza il suo tocco.
Ma anche qui c'è chi è pronto a smentire la tesi.
In un'intervista esclusiva per Accordo, Buddy Whittington spiegava:

Billy è un eroe per me. Quando ho avuto l’opportunità di vedere da vicino il suo rig sono rimasto incantato dalle cose che i suoi tecnici ci fanno.
Invece di prendere chitarre diverse per cercare suoni differenti, lui vuole che tutte le chitarre suonino come la sua Les Paul! Fa passare tutta la sua strumentazione attraverso un analizzatore di frequenze Gold Line. In studio, con la sua Pearly Gates ha registrato un bell’accordo di Sol e i suoi tecnici hanno conservato la “lettura” di quello spettro di frequenze. Quando prende una nuova chitarra suona lo stesso accordo e, con degli equalizzatori, fa in modo che questa sul grafico appaia esattamente uguale alla sua LP del ’59.
Ha tipo venti tecnici che lo aiutano a eseguire questo processo!


La Gibson Pearly Gates di Billy Gibbons è un'illusione

Qui le braccia cascano. Il suono di Billy Gibbons non sta (solo) nelle sue dita, nel suo plettro, nelle sue corde o nella Pearly Gates, ma in un'equalizzazione studiata di fino sulla base di un segnale memorizzato attraverso un processore digitale con tecnologia RTA (Real Time Analyzer). Della Les Paul del '59 c'è solo una lontana ombra e del peso messicano neanche quella.
Paradossalmente, il segreto del suono di Billy Gibbons non si trova in nessuno degli aspetti così affannosamente studiati dai chitarristi, e in teoria chiunque potrebbe avere il suo suono con una buona percentuale di approssimazione semplicemente lavorando su un equalizzatore di qualità.

Allora, qual era quel pickup, quel pedale o quella muta di corde che "dovevate assolutamente comprare" per ricreare il suono che avete in mente?

La Gibson Pearly Gates di Billy Gibbons è un'illusione
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