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Gibson 2014: anno nuovo Les Paul nuova
Gibson 2014: anno nuovo Les Paul nuova
di [user #16167] - pubblicato il

Continuiamo il nostro tour attraverso il catalogo Gibson 2014. Sotto le nostre grinfie ecco la nuovissima Les Paul Standard. L'ammiraglia di casa Gibson, se non per prezzo sicuramente per vendite è sempre una delle novità più attese. Il top super-fiammato lascia decisamente ben sperare.
Continuiamo il nostro tour attraverso il catalogo Gibson 2014. Come anticipato mercoledì, ecco sotto le nostre grinfie la nuovissima Les Paul Standard. L'ammiraglia di casa Gibson, se non per prezzo sicuramente per vendite è sempre una delle novità più attese. Il top super-fiammato lascia decisamente ben sperare.

Dalla Les Paul Standard non ci si aspettano mai novità sostanziali. Per molti è una chitarra già perfetta così e snaturarla nelle forme o nelle geometrie sarebbe un colpo davvero tosto da digerire per molti. Ecco quindi che troviamo un body in mogano con camere tonali. I famigerati scassi che hanno come scopo principale quello di alleggerire sensibilmente la chitarra e che hanno come risultato collaterale una certa influenza sul suono. Su questo argomento anche i migliori amici potrebbero litigare per giorni, per alcuni meglio un bel pezzo di mogano intero, per altri le camere sono un sacrosanto regalo alle schiene di tutti i chitarristi e non creano danni sostanziali al sound che ha forgiato migliaia di classici del rock mondiale. Incollato al body un altro pezzo di mogano, crea il manico. Sovrastata da una tastiera in palissandro a 22 tasti, trattati criogenicamente per migliorarne la durata e la durezza. Al dodicesimo l’ormai immancabile logo dedicato al 120esimo anniversario, che rende ogni modello 2014 un po’ speciale. Il manico presenta infine un profilo asimmetrico. 


Questo permette la massima comodità in ogni posizione, a partire dal primo tasto giù fino al 22esimo. Una caratteristica non da poco che permetterà sicuramente di apprezzare al meglio le ore passate in compagnia di questa bellezza anche a chi magari ha sempre snobbato le chitarre Gibson proprio perché ritiene, a torto o a ragione dipende dai gusti, che i manici Gibson siano tutti un po’ cicciotti, 60’s compreso. Sulla paletta inclinata, come da tradizione, troviamo il copri trussrod a campana, ma la scritta riportata è E-tune. Questa sta ad indicare che sul retro oltre al seriale c’è il nuovissimo sistema di accordatura automatica di cui abbiamo già parlato in lungo e in largo qui tra le pagine di accordo. Sul versante elettronica invece, Burstbacker a parte, troviamo le innovazioni maggiori per quanto riguarda la Les Paul Standard 2014. Tutti e quattro i potenziometri montati sono infatti dei push pull. I due del volume semplicemente splittano gli humbucker rispettivamente al manico e al ponte. I due sul tono invece sono uno dedicato al controfase e il secondo è il by-pass. Partiamo dal primo con una funzione decisamente più comune. Attivandolo si fanno lavorare i pick up in controfase, questo fa si che il suono diventi medioso all’inverosimile, più scarno e brillante. Un sound che non si sente più molto nei dischi ma che può rappresentare un colore decisamente nuovo durante gli accompagnamenti e che amplia la tavolozza a disposizione della Les Paul Standard. Il secondo push pull invece è una chicca che fino ad ora avevamo visto solo sulle vecchie chitarre di Guthrie Govan. Attivandolo collega direttamente il pick up al ponte al jack d’uscita, in qualsiasi posizione sia messo il selettore a tre vie. Questo sistema permette di passare dal suono della ritmica a quello dell’assolo semplicemente sollevando il push pull. Se si è scelto di accompagnare un brano con il pick up al manico scaricando il gain del distorsore chiudendo un po’ la manopola del volume ecco che in un colpo solo si può riavere tutto il volume e tutta la pacca del pick up al ponte. Una soluzione che ci sembra possa essere molto utile e che sullo strumento non è per nulla invasiva.

Sulla carta quindi la Standard 2014 presenta una serie di piccole novità che possono renderla ancora più versatile e gustosa. Bella è bella, con il suo top fiammatissimo, ora però deve dimostrare di esser degna delle sue antenate, passando per il giudizio di Michele che da possessore nel tempo di diverse LP pregiate sarà sicuramente severo. 
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Il clean non lascia molti dubbi. Grosso e non esageratamente cupo al manico, più brillante e sparkling al ponte. Si avverte il livello di uscita abbastanza generoso degli humbucker che non sono certo da considerarsi spinti ma che pennando con più decisione tendono a fare increspare il suono. Qui si apprezza subito la possibilità dello split. Certo le bobine doppie non possono mai soppiantare dei single coil, ma possono essere un ottimo palliativo tanto che qualche ritmica funk ce la lasciamo scappare. Interessante il sound controfase ma che così da solo non riusciamo a sfruttare per bene e che quindi sembra meno utile dello split coil. 


Passando al crunch l’anima Les Paul si manifesta con più decisione. Questa chitarra sarà anche nata per il jazz ma è con il rock che sa dare il meglio. Il crunch gode della corposità dei due humbucker e quindi si destreggia con facilità sia tra lick blues più e meno languidi ma non disdegna qualche ritmica più cattivella anche se la manopola del gain deve andare ancora più su. Con la distorsione vera e propria suonare è una vera goduria. La brillantezza del PU al ponte regala un sound da hard rock classico molto convincente. Sustain ne troviamo a sufficienza. Positiva anche l’intellegibilità delle note quando si suona ad alti livelli di gain. Anche al manico, dove abbiamo un sound sicuramente più scuro, non si finisce per avere le basse impastate e intubate. La prova del nove la facciamo con il fuzz di Costalab. Anche in questo caso il carattere da Les Paul si fa sentire. Camere tonali si o camere tonali no quella che abbiamo tra le mani suona come ci si aspetterebbe.


Molti potrebbero obbiettare che con i circa 2000 euro che costa ci si potrebbero comprare tre Les Paul e 2 SG altrettanto valide presenti nel catalogo 2014. Le finiture però vanno pagate e quelle di questa chitarra sono davvero il massimo. Ricordiamo che sotto al trasparente fa bella mostra di sè un top fiammato da urlo e il binding intorno al corpo e alla tastiera è una vera ciliegina sulla torta. Una miglioria interessante per la Standard di quest’anno è che i tasti sono stati messi dopo l’applicazione del binding quindi rettificazioni e re-fret saranno più semplici e sicuramente più economiche da fare. Quindi, tra le mani abbiamo una Les Paul Standard che si comporta proprio come una Les Paul Standard dovrebbe fare: rockeggia alla grande e ha un look da far impallidire le altre chitarre della rastrelliera. 
chitarre elettriche gibson les paul standard
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