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Vintage VSA850: Chet a porter
Vintage VSA850: Chet a porter
di [user #16167] - pubblicato il

Una cassa grossa come il Tennessee, arancione sparso un po’ dovunque e una leva Bigsby. La Vintage in prova oggi dà l’impressione di essere un’arma da rock ’n’ roll, quello delle origini, quello che vien voglia di ballare. Abbiamo dato il tutto in pasto a Michele, che non ne ha voluto sapere di usare un po’ di brillantina.
Una cassa grossa come il Tennessee, arancione sparso un po’ dovunque e una leva Bigsby. La Vintage in prova oggi dà l’impressione di essere un’arma da rock ’n’ roll, quello delle origini, quello che vien voglia di ballare. Abbiamo dato il tutto in pasto a Michele, che non ne ha voluto sapere di usare un po’ di brillantina.

Inutile negare l’evidenza, la Vintage VSA850 è una libera interpretazione di un’altra delle chitarre che hanno fatto la storia del rock ma anche del country, la Gretsch G6120, resa famosa da un famosissimo endorser, un certo Chet Atkins, ma che ha calcato i palchi di tutto il pianeta anche nelle mani di Eddy Cochran, Duane Eddy, Eric Clapton, Brian Setzer su tutti.

Le forme non sono esattamente identiche, ma la ricordano molto da vicino. La VSA850 è una hollow body con cassa alta e top arcuato. Molto più simili all’orifinale invece le caratteristiche tecniche. Come la Gretsch anche la VSA850 è realizzata interamente in acero. Non solo per il body, ma anche per il manico. Unica differenza nei materiali il palissandro della tastiera invece del più scuro e compatto ebano. Sul top arcuato troviamo due splendide buche ad effe, realizzate con cura e contornate da un binding bianco. Anche l’intera cassa dalle dimensioni generose è ornata da un binding in abalone, che richiama quello sulla paletta, più fine e appuntita dell’originale. I venti tasti anziché 22 come nella 6120 sono dei medium jumbo, comodi e ben rifiniti. Unica vera pecca estetica il grosso battipenna in plexiglass realizzato con la metà della cura posta nel resto dello strumento. Questo è davvero spesso, dall’aspetto già vissuto e grossolano. Un vero peccato visto il look globale dello strumento. L’hardware è completato da meccaniche con una buona tenuta nonostante la loro forza venga messa a dura prova da un ponte Bigsby con ponte Tune-o-matic senza cilindretti che sollecita non poco le corde soprattutto con un uso intenso. 

Vintage VSA850: Chet a porter

L’elettronica è composta da due humbucker Wilkinson Filter’Tron style. Questi sono collegati tramite un selettore a tre posizioni, tre volumi, uno per ognuno dei due pick up e uno generale e un tono. Le manopole che coprono i potenziometri sono spesse, pesanti e ben costruite, una garanzia di solidità che non guasta mai.

Chitarre come questa sono strumenti nati con il pallino del jazz, ma trasformatisi poi in macchine da rock’n’roll nelle mani dei grandi chitarristi che le hanno suonate. Specialmente la 6120, da cui la Vintage oggetto della prova di oggi prende spunto, nelle mani di Chet Atkins divenne subito una tra le chitarre più usate anche in ambito country e surf, accanto alle storiche solid body di casa Fender.

Vintage VSA850: Chet a porter

Il suono della VSA850 si distingue subito per una spiccata indole cupa. Sia il pick up al manico che quello al ponte sono molto carichi di basse e medio basse. Pensavamo in effetti di avere tra le mani una chitarra che si sarebbe fatta riconoscere con un sonoro quack. Invece il timbro è da archtop, rotondo, delicato e avvolgente. In particolare l’humbucker al manico si mostra molto amico dei clean e nonostante la doppia bobina, non spinge le valvole del Fender Super Reverb verso la saturazione. Anche il magnete al ponte non eccelle in alte, resta anzi morbido. Proviamo quindi ad accendere un overdrive leggero. La presenza di un corpo così solido sulle basse rende il crunch spesso e pesante. Ci aspettavamo in effetti una chitarra più rockabilly, più sguaiata e cazzuta. in realtà anche con un drive resta sempre garbata, quasi jazzy.

Non serve chiudere i toni per addolcire il timbro, anzi si rischierebbe di rendere il sound oltremodo chiuso e nasale quando ora è gradevole, anche se un po’ spostato verso la parte più profonda dello spettro di frequenze. Questo però non significa che la VSA850 sia una chitarra spompa oppure intubata. Presenta anzi una personalità sua, che si discosta da quella delle Gretsch a cui fa il verso. Una caratteristica che potrebbe farla preferire alle versioni cinesi come la 5120. L’idea di avere una hollowbody a cassa alta, arancione come si deve, ma con un suono più jazzy e meno twang può essere un’idea che troverà sicuramente dei chitarristi interessati.


Per concludere la Vintage VSA850 è una hollow body realizzata con cura, con una sua personalità che la rende uno strumento diverso e non una semplice copia. A differenza delle altre chitarre Vintage, la semiacustica di oggi ha però un prezzo elevato che si aggira sugli 850 900 euro. Se per una chitarra del genere possono non essere un quantitativo esagerato di danari lo diventano quando si nota che la controparte asiatica ma marcata Gretsch costa qualche centinaia di euro in meno. Gli amanti delle scritte sulle palette faticheranno a stare lontano dal quasi originale. Per tutti quelli che invece non si lasceranno incantare dai loghi una prova della Vintage VSA850 è vivamente consigliata.

Vintage è un marchio distribuito da Stefy Line
chitarre semiacustiche vintage vsa850
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Vintage è un marchio distribuito da Stefy Line
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