Successo intramontabile firmato da Michael Sembello, "Maniac" resta perennemente legato alle scene del film Flashdance. Proporlo sul palco, anche in chiave acustica, garantisce un successo assicurato per ogni nostalgico degli anni '80, ma bisogna seguire i consigli di Paolo Pilo.

Ci sono scene tratte dai successi del grande schermo che entrano a far parte dei ricordi di ognuno. Spesso, portano con sé delle colonne sonore ben precise, che vi restano legate per sempre.
Quando dal palco arriva il primo accenno di "Maniac" di Michael Sembello, la memoria corre immediatamente a una scena indimenticabile del film Flashdance, a una giovane Jennifer Beals che balla e a una cascata d'acqua divenuta ormai parte della cultura pop.

Con un pezzo come "Maniac" non si può sbagliare, e anche una versione ridotta all'osso in un adattamento per sola chitarra acustica e voce può essere capace di far ballare il pubblico, ma bisogna prendere degli accorgimenti perché renda al meglio.

Paolo Pilo l'ha arrangiata per riprodurre con la sua chitarra tutto il ritmo e il feeling del brano.
"Maniac" non è complicata da suonare, è la classica canzone da strummare dall'inizio alla fine, facendo attenzione a non far calare mai il ritmo e servendosi del palmo della mano destra per accentuare gli accenti sull'uno e sul tre del metronomo, come una grancassa, accentuando di contro il due e il quattro con la plettrata per imitare il colpo di rullante.

Gli accordi non sono complicati e ci si può divertire a ricreare gli abbellimenti melodici e i movimenti delle voci che caratterizzano l'arrangiamento originale, caratteristiche fondamentali per garantire una buona resa.
Paolo mostra in video i suoi trucchi per ottimizzare il successo di Sembello su sola chitarra acustica, e voce a seguito.

L'usi di alcune modulazioni ed effetti d'ambiente può arricchire la versione per ispessire il suono della chitarra e non lasciare alcun buco libero nel mix.
Un delay scandito in quarti con una singola ripetizione tende a raddoppiare l'effetto della chitarra rendendo il suono più vario e spazioso anche grazie a un leggero chorus.
A colmare gli spazi vuoti ci pensano, curioso a pensarsi, i cavetti interni della chitarra che, liberati da qualunque sistema di fissaggio, vibrano con i colpi dati alla tavola armonica ricordando così la cordiera di un rullante.
Ecco la versione di Paolo con l'aggiunta di effetti.