di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 20 gennaio 2015 ore 16:00
Stiamo per giungere al termine della panoramica sugli effetti della Serie Spark. Pedalini piccoli ma completi. Questa è la volta del Tremolo, grosso meno di un pacchetto di sigarette ma luminoso come una lampada da 100 watt. Lo abbiamo messo tra Michele Quaini e un bel Super Reverb del ’67.
Stiamo per giungere al termine della panoramica sugli effetti della Serie Spark. Pedalini piccoli ma completi. Questa è la volta del Tremolo, grosso meno di un pacchetto di sigarette ma luminoso come una lampada da 100 watt. Lo abbiamo messo tra Michele Quaini e un bel Super Reverb del ’67.
La linea Spark, ultima arrivata in casa Mooer coniuga dimensioni ridotte all’osso e una quantità sufficiente di controlli per avere sempre la situazione sotto controllo. Un grazioso blu metallizzato nasconde al suo interno un classico tremolo ottico realizzato con componenti di qualità a detta della casa costruttrice. Questo lo verificheremo tra poco, quello che invece possiamo vedere subito è la dotazione di bordo. Nella parte posteriore, appena sopra i jack di ingresso e uscita troviamo i tre controlli di cui il tremolo è dotato: depth, speed e tone. Come per tutti gli altri effetti Spark è notevole l’illuminazione del pannello anteriore, che trasforma il pedale in una vera e propria torcia una volta in funzione.
Come gli altri effetti della serie anche con il tremolo si entra in confidenza subito. Tre controlli, forse uno più del necessario. Per un effetto del genere la trasparenza è fondamentale. Dopo aver scelto con cura l’eq del proprio amplificatore, abbinandola alla perfezione con quella dell’overdrive preferito, nessuno vuole avere una modulazione che incupisca o schiarisca eccessivamente il suono. Il Mooer in prova oggi è trasparente a sufficienza. Abbiamo notato solo una leggerissima tendenza a scurire il suono, ma qui ci viene in aiuto il controllo di tono, con cui in un secondo si può ovviare al problema. Avere la possibilità di intervenire sull’eq dell’effetto non è quindi del tutto inutile.
Ok la trasparenza, ma il pedale è stato inventato per modulare il suono e l’effetto in sé ci lascia soddisfatti. C’è da dire che l’intervento non è morbidissimo. La rampa con cui il pedale apre e chiude il suono è spigolosa, un po’ squadrata. Soprattutto quando si aumenta la velocità la ruvidezza si fa più intensa. Questa è sicuramente una scelta, che sottolinea la voglia di non creare un effetto prettamente vintage, ma qualcosa che strizzi l’occhio anche a suoni più moderni e quasi synth. Basta alzare la depth oltre alla metà per cominciare a ottenere un sound spezzato, aggressivo e grezzo. È sicuramente con settaggi più delicati che il Tremolo Mooer dà il meglio. Depth a ore 9 e speed a 12 per un sound leggermente tremolante, suoni alla Kill Bill per intenderci, anche se risultano appena troppo acuminati.
Con un prezzo che si aggira intorno ai 90 euro il Mooer Tremolo non è certo economicissimo. Come per tutte le cose tecnologiche più le dimensioni si riducano più contano, sullo scontrino. La qualità però non manca e i soldi non sono certo buttati via anzi. Ci sono sicuramente tremolo più performanti sul mercato ma pochissimi in grado di pesare così poco, un toccasana per chi magari non ha fatto di questo effetto la prima pietra del suo sound.