Accordo: Gibson J185: 12-corde in serie limitata

La J185 12 corde non si vede spesso nei negozi e la si vedrà ancora per poco. Abbiamo messo le mani su uno dei pochissimi modelli presenti in Italia con Paolo Antoniazzi, nella acoustic room di Lucky Music.

Il body è quello largo e sinuoso della J185, più stretto rispetto a quello delle Super Jumbo. Fu presentata nel 1951, per ampliare la gamma di flat top della casa americana. Diventò presto uno strumento molto apprezzato da chi non voleva avere a che fare con l’enormità della SJ200, ma che allo stesso tempo necessitava di un buon volume e basse potenti. Passando di listino in listino, un anno dopo l’altro, fu proposta anche nella versione 12 corde, altrettanto apprezzata e ricercata. Gibson ha deciso di riproporre in numero abbastanza limitato proprio quest’ultima versione, messaci a disposizione da Lucky Music.

I materiali del body sono quelli usati in lungo e in largo da Gibson sulle jumbo: abete Sitka per il top e acero fiammato per il fondo e le fasce. Il manico è in un solo pezzo di mogano, coperto da una tastiera in palissandro a 20 tasti. Si conclude con l’enorme paletta, lunga quanto basta per ospitare le 12 meccaniche cromate.

La vernice sunburst lascia piacevolmente scoperte le venature del top e la fiammatura di fondo e fasce ed è stesa in maniera generosa su tutta la superficie dello strumento, manico incluso. Dalla buca spuntano le due rotelle (tono e volume) con cui si può gestire l’amplificazione on-board. Nello specifico si tratta di un L.R. Baggs Element, che abbiamo già trovato su diversi altri modelli made in USA come la J45 e la AJ. Utilizza un trasduttore piezoelettrico sotto al ponte, un sistema molto semplice, ma affidabile.

Imbracciandola si nota subito che le dimensioni, pur restando abbondanti, sono più contenute di quelle della SJ200. Il braccio destro, soprattutto, ringrazia per la migliore posizione con cui si riesce a suonare da seduti. La piacevole sensazione di confort è ampliata dal manico sottile. Quando dall’altro lato si hanno 12 corde da schiacciare, è importante che con la mano si possa fare la giusta pressione. I tasti, posti sotto al binding, non infastidiscono minimamente quando si scorre su e giù per il manico, a ricordarci ancora una volta che abbiamo tra le mani una chitarra di fascia alta.

Dopo aver accordato le 12 corde (perché l’effetto chorus ci piace, ma non esageriamo), prendiamo un Dunlop medio e strummiamo un po’. Già, il fingerstyle è proibitivo (ma non proibito sia chiaro), sulle chitarre di questo tipo. La J185 è un vero organo. Il sound pieno e aggressivo è una vera goduria. La ciccia regalata dalla cassa larga e profonda crea la giusta base per i cantini un po’ sferraglianti, ma limpidi e presenti. L’action è abbastanza bassa da non affaticare mai la mano, si riesce facilmente a suonare barrè e accordi complicati anche in prima posizione, a meno che non si sia dotati di mani microscopiche.

Il sistema di amplificazione non ci lascia particolarmente colpiti. Si tratta di un piezo semplicissimo, che come tale si comporta. Restituisce un sound molto più cupo di quello originale e anche agendo sulla manopola del tono non si riesce a riottenere la stessa brillantezza offerta dall'unplugged. Bisognerà quindi affidarsi al fonico. Va detto che l’avere la possibilità di suonare live con la band è un toccasana per la J185. Ci saremmo aspettati, per una chitarra di questo prezzo, almeno la possibilità di miscelare al solo trasduttore nel ponte un microfono.

La J185 è una limited edition, realizzata in pochissimi esemplari. Per portarsela a casa, oltre alla velocità, servono quasi 3000 euro, un prezzo non adatto a tutte le tasche, ma in linea con la fascia occupata da questo strumento.