di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 08 maggio 2015 ore 08:00
Il Mooer Spark Echo è un piccolo delay in grado di stare nella tasca dei jeans. Lo abbiamo testato con Michele Quaini nell'OUT Side studio con una Fender Jaguar del '65.
Il Mooer Spark Echo è un piccolo delay in grado di stare nella tasca dei jeans. Lo abbiamo testato con Michele Quaini nell'OUT Side studio con una Fender Jaguar del '65.
La serie Spark di Mooer ormai la conosciamo bene. Pedalini microscopici, in grado di compattare un’intero rig in una scatola di scarpe. Questa volta, sotto i riflettori, è finito l’Echo, anche se con l’intensa luce bianca, il riflettore sembra lui. Lo chassis è lo stesso di flanger, tremolo e chorus. Un piccolo scatolotto di sei, sette centimetri di lato, con pulsante true bypass a dimensioni normali, e 4 micro-manopole sul lato superiore. Nello specifico i controlli a disposizione sul Mooer in prova oggi sono time, mix, feedback e reverb. La prima regola il tempo delle ripetizioni. Lo Spark può spingersi fino a 1000 ms (un secondo per gli amici), sufficienti per spingersi ben oltre lo slapback. Il mix miscela il segnale dry e quello wet, ovvero il segnale diretto dello strumento e quello effettato, un parametro fondamentale per la gestione del suono. Il feedback è un’altra regolazione basilare per echo e delay e permette di selezionare la quantità di ripetizioni.
La vera sorpresa, in questo Spark, è il quarto controllo: il reverb. Come dice il nome, permette di sommare alle ripetizioni una piacevole spazialità. Questa però non va a intaccare il segnale dry, un effetto quindi impossibile da ottenere mettendo in cascata un delay e un riverbero.
Accendiamo quindi il bat-segnale, collegato tra una Laa Custom Dual Mono e una Fender Jaguar del ’65. Cominciamo notando che, fortunatamente, il timbro dello strumento, una volta attivato il delay, non cambia. Cominciamo ad aggiungere una lieve eco e, come ci aspettavamo, le ripetizioni sono chiare e definite. Lo Spark non vuole simulare una macchina vintage, non aggiunge ne sporcizia ne modulazioni ai suoni ritardati. Anche aumentando il feedback la situazione non cambia. Arriviamo fino al secondo di ritardo, senza notare nulla di strano o sconveniente. Il processore regge il colpo senza problemi (cosa non sempre scontata, soprattutto con pedali economici o quasi).
Quando su un pedale troviamo scritto Echo, una parola ci si affaccia subito alla mente: slapback. Proviamo quindi a settare un tempo breve e feedback regolato in modo da avere una ripetizione sola. Quello che otteniamo (merito anche della Fender Sunburst di Michele) è soddisfacente. Il sound surf è credibile, presente e corposo.
A questo punto giochiamo la briscola. Apriamo il riverbero, lasciando invariati tempo e ripetizioni. La possibilità di riverberare le ripetizioni e non il suono dry è davvero interessante. Permette di avere una maggior incisività nelle parti ritmiche, che non vanno a impastarsi inciampando una sull’altra. Una funzionalità promossa a pieni voti.
Per circa 90 euro ci si può mettere in pedaliera un delay completo di tutto quello che può servire (tap tempo a parte). Una cifra non certo simbolica, ma se uniamo alle prestazioni le dimensioni super compatte, lo Spark può essere la soluzione definitiva per chi ha bisogno di un delay con l'aggiunta del riverbero ma non ha lo spazio sufficiente per metterlo in pedaliera.