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Bigsby: parlano i fortunati proprietari
Bigsby: parlano i fortunati proprietari
di [user #4093] - pubblicato il

Chitarrista rockabilly di fama indiscussa, Deke Dickerson è un appassionato di chitarre Bigsby e ci racconta i suoi strumenti più cari in un'intervista esclusiva tra stile, sound e storia.
Ok, adesso andiamo sul forte! Dopo aver parlato della storia degli strumenti Bigsby, è il momento di sentire pareri e impressioni di chi possiede e ha passato metà della sua vita alla ricerca di questi strumenti. Ho contattato il sommo Deke Dickerson per parlare della sua passione per questi strumenti ma, prima di esporre le risposte alle mie domande, rimane d’obbligo introdurre a voi lettori questo guru dello strumento.
Deke Dickerson è un personaggio del mondo della chitarra a 360 gradi, eccezionale chitarrista country-rockabilly e performer attivissimo in tutto il globo ma anche produttore e sound engineer dedicato al suono dei mitici anni '50. Lui si definisce "archeologo della chitarra", nel senso che è ossessionato dalle storie strane e bizzarre legate allo strumento che noi amiamo, fino al punto di scrivere due libri (da avere assolutamente) intitolati "The Strat in the Attic" (volume 1 e 2) dove si raccontano storie di strumenti famosi o rari, conditi da aneddoti e note storiche ricche di pregio. A tutto questo aggiungete che è anche l’ideatore e l’organizzatore del famoso Guitar Geek, un festival (all’interno del Namm californiano) dove il lato sconosciuto della chitarra viene preso in considerazione, con mostre di strumenti rari e ricercati ed esibizioni di chitarristi "fuori dalla norma".

Ho incontrato Deke diverse volte nella mia vita e ho sempre riscontrato in lui una disponibilità senza pari, quindi, sapendo quanto ama questi strumenti e quanto è simpatico e disponibile, non ho esitato a rompergli le scatole per avere delle risposte come si deve. Lui, nonostante fosse stra-impegnato nella realizzazione delle musiche per un noto serial televisivo (lavoro che, a sua detta, lo sta impegnando giorno e notte) mi ha risposto quasi immediatamente proprio perché, prima del lavoro e del denaro, sembra sempre anteporre il desiderio di far cultura. Ecco le risposte alle mie curiose domande.

Bigsby: parlano i fortunati proprietari

Diego: Ciao Deke, intanto grazie per la disponibilità e la pronta risposta. Cominciamo a parlare delle chitarre Bigsby, perché le consideri così importanti?
Deke: Ciao a tutti! Rispondo subito: le considero così importanti per il loro ruolo nella storia della chitarra elettrica, e anche per le incisioni che hanno caratterizzato, la maggior parte nel territorio del rockabilly e della country music, dove l’uso delle chitarre elettriche e delle steel guitar è stato determinante per lo sviluppo di questo sound. Paul Bigsby ha realizzato la prima chitarra elettrica solid body moderna, nel ’48 per Merle Trevis, roba non da poco. Anni dopo Fender, Gibson e altri marchi hanno fatto letteralmente milioni di dollari vendendo le loro Stratocaster, le loro Les Paul ecc, tutti strumenti fortemente influenzati dall’idea di Bigsby del ’48.

Diego: Io so che tu possiedi tre (anzi due e mezzo... più avanti spiegherò perché questo "mezzo") chitarre Bigsby, ti senti soddisfatto o ne stai cercando ancora? Nel caso la risposta fosse "sì, sono ancora alla ricerca", puoi dirmi di quale strumento sei alla caccia?
Deke: La cosa che più mi affascina riguardo a Bigsby è che Paul morì nel 1968 e nessuno sa esattamente quante chitarre ha realmente costruito. La notizia più plausibile è che ne ha costruite 23. Di queste 23, 22 esistono e so dove sono. Quindi c’è ancora uno strumento da scovare, da qualche parte. È anche possibile che ce ne siano altre sotto al letto di qualcuno o dimenticate dentro un armadio. E questa cosa mi eccita, non puoi immaginare quanto! Quanto mi piacerebbe sapere cosa c’è realmente lì fuori... ok, io mi sento "quasi" soddisfatto, ma l’idea di mettermi alla ricerca di un’altra perla mi fa sentire come un archeologo degli strumenti musicali. Sono sempre affascinato dalla storia degli strumenti Bigsby anche per questi motivi.

Diego: Ti andrebbe di descrivere la storia degli strumenti che hai trovato?
Deke: Certo! La prima l'ho trovata dopo aver studiato tutte le sagome dei battipenna degli strumenti di Paul, scovati quasi per caso in un magazino. Una di quelle sagome aveva sopra scritto “Jodie Pilloid” (tutti gli strumenti di Paul Bigsby avevano il nome del cliente inciso sul battipenna, nda). Era un cognome strano, così ho iniziato la ricerca su internet e ho trovato una rara fotografia di un certo “Jody Pilloid”, chitarrista di una western swing band texana degli anni ’50. Ho iniziato a telefonare a tutti i “Pilloid” in Texas e, dopo 13 chiamate (numero fortunato!), ho trovato il nipote di Jody e sono quindi riuscito a scovare quella chitarra.

Bigsby: parlano i fortunati proprietari

La seconda l’ho trovata dopo che un tipo in Alaska ha postato una orrenda foto sul sito “The Gear Page”, dicendo “qualcuno di voi ha mai visto una chitarra Bigsby?”. La chitarra era ridotta malissimo, mancavano un sacco di parti, ma era una vera Bigsby! Nonostante l’orrenda fotografia sono riuscito a fare un paragone tra le venature del top del body e quelle di una chitarra tenuta in mano proprio da Paul Bigsby nel suo giardino, in una foto del ’49! Ovviamente sono rimasto letteralmente scioccato! Era la stessa chitarra usata dal chitarrista di Ernest Tubb, un tale “Butterball Paige”. Ho continuato a scrivere e chiedere al tipo in Alaska di vendermela e lui, stremato, mi ha finalmente fatto una proposta che ho accettato. Sono saltato sul primo volo per l’Alaska il giorno dopo e l’ho comprata al volo. Devo ammettere che era veramente ridotta male ma l’ho affidata ad un esperto speciale, lo stesso che restaura gli strumenti prima che vadano messi all’asta per Sotheby o Christie. Adesso suona e sembra come uno strumento appena uscito dal laboratorio del suo creatore nel ’49. Credimi è uno strumento incredibile.

Bigsby: parlano i fortunati proprietari

L’altra “mezza” Bigsby che ho trovato è qualcosa di speciale e ricercato. Si tratta di uno strumento realizzato da un tipo che si chiama Dale Granstrom, nell’Oregon nel ’51. La chitarra è costruita usando uno speciale legno tipico dell’Oregon che si chiama “myrtlewood” (letteralmente “legno di mirto”, nda). La chitarra sembra una Telecaster con un manico Bigsby. Dale e suo fratello costruirono il corpo e il manico e li spedirono in California, dove Paul istallò una tastiera, i pick up, un battipenna personalizzato e tutta l’elettronica. Quindi è in parte una vera Bigsby ma è anche una creazione unica e originale. Aggiungici anche che suona benissimo ed è morbidissima da suonare, specie per uno strumento del 1951!


Bigsby: parlano i fortunati proprietari

Diego: Come descriveresti il feeling di suonare uno strumento marchiato Bigsby?
Deke: Non c’è niente di “magico”, bensì qualcosa che impressiona nel suonare questi strumenti. Erano costruiti benissimo e suonavano (suonano) ancora in maniera unica. Bigsby era conosciuto per l’abilità di costruire strumenti che rimanevano accordati e intonati, lui era uno che sapeva bene come far funzionare la meccanica di ogni cosa su cui si applicava. Le chitarre sono sempre accordate e intonate anche se passa del tempo, i manici sono ergonomici e i pick up hanno un suono speciale, per il country tradizionale e per il rockabilly. Hanno un’uscita abbastanza bassa ma hanno anche un suono ad “alta fedeltà”. Ovviamente un chitarrista rock o uno blues, che cerca il suono distorto, ne rimarrebbe estremamente deluso.

Diego: Chi è il tuo chitarrista “suonatore di Bigsby” preferito?
Deke: Senza ombra di dubbio Grady Martin. Lui ha suonato chitarre Bigsby in alcune delle registrazioni icona del rockabilly e del country. Il suo suono e il suo playing erano sempre perfetti, in ogni registrazione. Ma è impossibile non ricordare altri musicisti e utilizzatori come Merle Travis, Hank Garland, Chet Atkins e altri….

Diego: Pensi che qualcuno sia in grado di replicare il suono di una chitarra Bigsby originale?
Deke: Tante persone hanno provato a costruire e replicare i pick ups di Paul o delle chitarre nel suo stile, ma, ad essere onesto, l’unico che si ci è avvicinato è TK Smith. Lui lavora alla stessa maniera di Paul, nel suo garage, quasi da solo. E il risultato è incredibilmente convincente. Date un occhio al suo sito e dite che vi mando io!
(ndr: Diego ha intervistato TK Smith su Accordo, leggi l'articolo a questo link)

Diego: Deke grazie tanto per le tue illuminanti risposte, ma, prima di chiudere questa breve chiacchierata, ti chiedo di indicarmi quale è, secondo te, la registrazione migliore per capire il sound di una chitarra Bigsby.
Deke: Grazie a te! Te ne indico due: per i rockabilly fans la migliore è secondo me “Lonesome Train” di Johnny Burnette, con Grady Martin alla chitarra; per gli amanti del country consiglio la registrazione originale di Hank Garland di "Sugarfoot Rag”, puro “Bigsby’s Sound In Action”!

Link utili
La storia degli strumenti Bigsby
Intervista con TK Smith
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