di zabu [user #2321] - pubblicato il 03 aprile 2021 ore 11:00
L'introduzione di modelli costruiti in America nel catalogo Epiphone apre una finestra sull'illustre passato del marchio. Un nostro lettore racconta la storia di Epiphone dopo l'acquisizione da parte di Gibson.
Prendo spunto dall'articolo circa il ritorno della Casino in USA per spendere due parole sul rapporto tra i marchi Gibson ed Epiphone.
Per grandi linee la storia dovrebbe essere che Gibson, a fine anni '50, acquistò il marchio Epiphone (nei decenni precedenti un vero e proprio concorrente) e alcune rimanenze di magazzino. Nei primi '60 si venne ad affiancare quindi alla produzione normale Gibson quella di strumenti Epiphone, che in molti casi (come per la Casino e la ES-330) erano speculari a quelli del catalogo della casa madre. Altri modelli avevano lievi differenze. Per esempio l'acustica Texan aveva una scala un po' più lunga della J45, ma stessa forma del corpo.
Erano sempre strumenti prodotti a Kalamazoo e uscivano dalle stesse linee di produzione Gibson. La motivazione per cui l'azienda sdoppiò la linea di strumenti era dovuta principalmente a fattori di commercializzazione e distribuzione.
Gibson usufruiva già dagli anni '50 di una linea di negozi che praticamente avevano l'esclusiva in varie città americane. Negli anni '60 la chitarra in generale ebbe un boom di popolarità. La rete di negozi Gibson non poteva certamente soddisfare le richieste del mercato. Per questo motivo Gibson, tramite Epiphone, poteva vendere strumenti ad altri negozi che non erano rivenditori Gibson.
C'erano ovviamente alcune differenze. Per esempio gli humbucker rimasero pickup esclusivi in dotazione alle Gibson, mentre le Epiphone montavano i mini-humburker o i pickup P90.
In generale, inoltre, le Epiphone erano viste nell'ottica della casa madre un po' come strumenti per gli amatori o semi-professionisti, mentre le Gibson erano strumenti per i professionisti. Per questo costavano anche un po' meno, ma non più di tanto. Per esempio la Casino in Inghilterra negli anni '60 costava l'equivalente di circa £172, ovvero circa €2.440 riconvertiti in denaro attuale. Era il costo più o meno di una Stratocaster dell'epoca.
In Inghilterra comunque il discorso fu diverso perché appunto Gibson non aveva particolari vincoli di distribuzione negli anni '60. Questo permise alle Epiphone di affermarsi con una buona reputazione tra i musicisti inglesi.
Le Epiphone sono associate effettivamente a filo doppio con i musicisti della British Invasion.
A partire dagli anni '70, con l'invasione degli strumenti di produzione giapponese, Gibson spostò la produzione del marchio Epiphone proprio in Giappone per contrastare le vendite nella fascia bassa di mercato. I primi modelli prodotti in Giappone avevano veramente poco a che spartire con gli originali se non il nome. Successivamente ci furono serie giapponesi che ricordavano più fedelmente quelle originali, come la serie prodotta a Matsumoto e successivamente a Terada.
Dal 1983 Epiphone spostò la produzione anche in Korea, successivamente in Cina e recentemente anche Indonesia.
Nei primi anni 2000 Epiphone per qualche anno propose la serie Elitist (sempre prodotta in Giappone appunto), che si proponeva di porsi a metà strada tra le Epiphone economiche e le Gibson.
Da appassionato della musica inglese degli anni '60 non posso che essere contento se Epiphone tornerà a produrre alcuni strumenti delle sue serie originali negli USA.