È difficile individuare il punto preciso in cui il rock n roll è nato, nello straordinario fermento che attraversava gli USA durante la metà del ‘900, quando la chitarra elettrica muoveva i suoi primi passi e la solid body era ancora un’avveniristica trovata tecnologica.
Blues e gospel andavano ritmandosi e acquistavano un linguaggio nuovo, fresco e scanzonato, sotto le dita di artisti sparsi per tutto il territorio. Da Little Richards a Elvis Presley, passando per l’incommensurabile Chuck Berry, è tanta la musica in cui è possibile individuare elementi inconfondibili della rivoluzione che avverrà entro pochi anni, ma poche esibizioni possono dirsi iconiche come quella di Sister Rosetta Tharpe alla stazione del treno di Chorlton, poco fuori Manchester.
“Viene fuori che il padrino del rock n roll, non era per niente un padrino” recita il video dedicato da Gibson a Rosetta Tharpe, al secolo Rosetta Nubin.
Chitarrista e cantante gospel dalla potenza sonora ineguagliabile, Rosetta potrà non essere citata spesso tra gli dei del rock, ma da loro è continuamente indicata come un riferimento di stile e suono insostituibile.
La sua storia è di quelle che lasciano il segno: donna di colore in piena segregazione razziale, è stata capace di conquistare le folle ben oltre i limiti della sua condizione sociale, calcando il palco al fianco dei più grandi, da Cab Calloway a Muddy Waters. È a lei che Gibson vuole dedicare un tributo con un video documentario e un’intera collezione di oggetti celebrativi.
Per l’occasione, compaiono t-shirt, giacche, bandiere, spille, poster, anche una tracolla in pelle dedicata. Strano a dirsi - ed è un vero peccato considerata la bellezza della SG Custom bianca che l’artista imbraccia nelle sue apparizioni più celebri - nessuna chitarra risponde all’appello. Per l’esattezza, , un modellino in scala 1:4 della sua SG Custom del 1961 nata in collaborazione con Axe Heaven.
Un pezzo da collezione, per chi ama il genere: realizzata a mano in legno massello, con meccaniche in metallo e un’impressionante cura per il dettaglio, è prodotta in una serie limitata di 200 pezzi ed è accompagnata da un certificato di autenticità numerato.
“L’unico modo di portarsi a casa una Gibson Custom per pochi euro” potrà scherzare qualcuno. Eppure, a ben vedere, la SG di Sister Rosetta Tharpe era già in catalogo, senza dire niente a nessuno.
Per i 60 anni della SG Custom 1961, Gibson aveva di recente introdotto una replica storicamente corretta del modello in due versioni: oltre all’immancabile Cherry, compare anche la finitura Polaris White scelta da Rosetta.
Come vuole la tradizione, la chitarra sfoggia una singolare configurazione a tre pickup humbucker, per l’occasione dei Custombucker cablati a potenziometri CTS vintage-taper e condensatori Black Beauty. Sono riportati fedelmente tutti gli accorgimenti della gamma Custom dell’epoca, dai grossi segnatasti a blocco all’hardware dorato, che colora anche l’originale Vibrola Sideways, ponte mobile con meccanismo azionato muovendo la leva parallelamente al piano del top anziché trasversalmente come accade invece sui più comuni sistemi vibrato.
La chitarra, e raccontata più da vicino , non è certo regalata, ma bisogna ammettere essere una vera gioia per gli occhi. Anche senza la firma di Sister Rosetta Tharpe. |