Quando dico ultimo periodo anni 60s mi riferisco a quei 3/4 anni che vanno dall'era BEAT al'laffermazione del ROCK, merito di un chitarrista di colore americano, di qualche gruppo inglese e dei grandi spettacoli televisivi serali in cui si videro i chitarristi delle orchestre ivi impegnate, non più usare le Hollywood Meazzi modello Juppiter (chitarre e bassi) per passare in blocco alla produzione Made in USA. Noi, studenti squattrinati, che incominciammo a suonare negli oratori e negli scantinati, nel periodo BEAT avevamo comperato strumenti di produzioni nostrane, quasi tutte realizzati nelle Marche (vedi Castelfidardo) o a Milano (Mogar), abbiamo comunque un debito di riconoscenza con la EKO, Crucianelli, Meazzi, per quanto riguarda gli strumenti, mentre per l'amplificazione furono i nostri amplificatori e P.A. in primis quelli della Davoli, della Meazzi, ed anche di una casa bolognese che all'epoca marcava le sue apparecchiature come "SuperMB", diventando poi Montarbo, a cui si unì una ditta, più nota per il primo organo che in molti comperammo, la Farfisa, quella che produsse l'organo modello Compact (ma aveva al suo attivo altre realizzazioni più datate, vedi Cordovox). La formazione tipo era : 2 chitarre, di cui una era la solista e l'altra l'accompagnamento, più un basso elettrico ed una batteria; l'organo fu introdotto da molti gruppi (all'epoca si chiamavano però complessini) dopo il successo dei Procol Harum con il loro brano "“A whiter shade of pale”, però noi l'adottammo dopo che avevo sentito nei Juke Box il brano "Parole" di "Nico e i Gabbiani", anno 1967. Eravamo passati a strumenti di produzione germanica già a partire dal 1966, prima Framus poi Hofner, però la chitarra più agognata era la Rickenbacker 325, strumento usato da John Lennon, ma le cose cambiarono proprio nell'ultimo periodo di quegli anni 60s. Gli studenti squattrinati, come lo eravamo stati noi solo qualche anno prima, si precipitarono a comperare principalmente 2 chitarre: la Fender Mustang e la Gibson Melody Maker SG II, specialmente quelle color Pelham Blue come fece Romeo il nostro chitarrista solista. Qualcuno optò per la Bronco della Fender o per la Les Paul Junior, ma quelle da me citate furono in testa alle loro prefernze. Passando a quei musicisti che avevano scelto questa strada come professione, le 2 chitarre più gettonate in quel 1969, viste usare dai maestri d'orchestra in TV, furono in ordine : in primis la Fender Jazzmaster, diapason 25,5 pollici, contro i 24 della similiare e derivata Jaguar (di cui invece io e ho possedute 2); poi, visto il ritorno in offerta della Gibson Les Paul che era stata sostituita in catalogo, dal 1962 a tutto il 1968, dalle SG, ma tornata in offerta come standard, però, successivamente alla sostituzione dei pickups con i mini-humbuckers (li avevano usati già sulle Sheraton di Epiphone a metà anni 60s, ho il catalogo 1966 in cui compare), diventata Les Paul De Luxe a cui fu applicata anche la verniciatura "Gold", ne ho visto il boom degli acquisti nel 1969 ed oggi proprio quelle valgono una cifra. Discorso a parte fu per le Telecaster, furono messe in ridicolo, come accadde al nostro chitarrista solista, per la forma della paletta, "a forma di piedino poliomelitico" dissero gli altri, noi che ormai eravamo abituati alle "palettone". una curiosità, la chitarra che rischiò di essere messa fuori produzione fu proprio la Fender Stratocaster, si vendeva poco. |