In tempi di successi facili e scorciatoie per la fama il concetto di ‘musicianship’ pare declassato da prerequisito indispensabile a eventuale valore aggiunto. Eppure esistono ancora progetti frutto di una lunga gavetta, duro lavoro e grandi capacità. È questo il caso dei Cayne e del loro disco omonimo, uscito il 14 febbraio scorso per Graviton Music Services.
Nati a Milano nel 1999 per iniziativa degli ex chitarristi e fondatori dei Lacuna Coil Raffaele Zagaria e Claudio Leo, i Cayne pubblicano il loro primo disco, Old Faded Pictures, nel 2001. Da allora una lunga evoluzione li ha portati, oltre a un cambio di lineup, all’uscita dell’EP Addicted nell’ottobre del 2011 e, infine, al lavoro full length appena uscito, il tutto parallelamente a una ricca attività live.
Cayne è un lavoro maturo che trova la sua cifra nell’ampiezza delle sonorità che abbraccia e nei contrasti di cui si arricchisce. Attraverso tredici suggestive tracce che narrano (in lingua inglese) di tormenti, oscurità, cambiamenti, epiloghi e rinascite, il disco spazia da atmosfere gothic e metal a virate rock più melodiche e commerciali che rendono l’album godibile anche per un pubblico non avvezzo all’heavy.
Dopo l’intro stumentale “The Strain”, “Waiting” mette immediatamente in luce il tenore dell’album. Nel brano si rintracciano le radici della band (qua e là nel disco si avverte l’influsso dei Lacuna Coil, senza che questo diventi un fardello troppo ingombrante) e si apre un varco un elemento chiave dell’originalità dei Cayne, ovvero il violino, inatteso ospite nel sostrato metal della band. Il brano “Don’t Tell Me”, con un riff accattivante, procede nella stessa direzione, aprendo la strada a “Together As One”. Forse il brano più commerciale dell’album, questo è il singolo perfetto, con un ritornello orecchiabilissimo e la sua riuscita miscela di elementi commerciali e sonorità rock di grande presa. Dopo “King Of Nothing”, il cui solo di chitarra è opera di Jeff Waters degli Annihilator, la prima grande ballad del disco, “Little Witch” e la bellissima cover di “Deliverance” dei Mission. Si torna a sonorità più metal con “Addicted” e “My Damnation” (in cui Adornato alterna un cantato cristallino a del growl micidiale), nucleo dell’ep del 2011 insieme al singolo “Together As One”. In “Through the Ashes” la voce di Andrea Ferro dei Lacuna Coil impreziosisce uno dei brani più accattivanti dell’album, mentre in “Black Liberation”, dal sapore vagamente retro, compare l’altro ospite del disco, Paul Quinn, chitarrista dei Saxon. “Evidence” è l’ennesimo brano del disco in cui l’alternanza di strofe costruite su ritmiche metal e un refrain melodico non lascia scampo all’ascoltatore. Chiude l’album la malinconica e ispirata “Like the Stars”, brano dalle sonorità molto più morbide. Un bel viaggio in 13 tracce che compongono un mondo policromo eppure omogeneo.
Lineup affiatata, i Cayne possono contare sulla stupenda voce di un frontman versatile come Giordano Adornato e sulla solidità di una sezione ritmica potente, con Andrea Bacchio al basso e Guido Carli alla batteria (uno dei più grandi batteristi che questo paese abbia mai avuto e incredibilmente mai celebrato a dovere, a modesto parere d.r.). Il violino di Gianni Lanfranchi, come si è detto, arricchisce i brani di suggestioni insolite e originalissime. Se questo lavoro è una produzione estremamente curata, molto merito va anche all’infinita dedizione di Marco Barusso che, oltre a essere coautore di tutti i pezzi, eccezion fatta per l’unica cover, ha suonato (chitarre), registrato, missato e prodotto l’album. Le altre chitarre del disco sono opera del fondatore della band, Claudio Leo, un vero marchio di fabbrica dei Cayne. Il disco è un lavoro ben costruito che porta a compimento un ciclo per la band. Claudio Leo ha concluso il suo percorso terreno meno di un mese fa a soli quarant’anni e non ha potuto godersi l’uscita dell'album, ma significativamente è riuscito a combattere tanto a lungo da poterlo completare. Cayne è un pezzo di storia e una sorta di testamento musicale lasciato da Claudio, a cui è impossibile non pensare durante l’ascolto e, auspicabilmente, lo celebrerà con il successo che merita e che meritano gli altri musicisti del gruppo. CayneGiordano Adornato – Voce Marco Barusso – Chitarre, cori, tastiere, samples Claudio Leo – Chitarre, cori Giovanni Lanfranchi – Violino acustico ed elettrico, viola e tastiere Guido Carli – Batterie Andrea Bacchio – Basso, cori |