Esattamente a metà tra il ruolo di didatta e quello di musicista ti vede protagonista il tour che stai per far partire con Simona in giro per l’Italia. Racconti qualcosa di più?Con Simona in quasi dieci anni abbiamo percorso l'Italia avanti e indietro svariate volte, suonando per matrimoni, alberghi, cene e gran gala, ma anche in baracci e sagre di paese. Siamo passati da una demo di mezz'ora (registrata in mezz'ora) al disco
Sacro e Profano, in cui abbiamo voluto raccogliere le nostre passioni musicali e un po' di sana follia che ci accomuna.
Ci sono voluti quasi due anni di lavoro per rivisitare e mashuppare i classici standard evergreen e la canzone italiana, cercando una nostra strada musicale.
Con questa manciata di date cominciamo a prendere le misure per portare in giro quello che cerchiamo di esprimere e il progetto si estenderà sicuramente anche fuori dall'Italia.
In Sicilia, grazie al collega e amico Massimiliano Cona e alla Lizard di Messina, terremo dei seminari che permetteranno di veder smontati e spiegati i nostri a volte bizzarri arrangiamenti e improvvisazioni.
Visto che abbiamo avuto poco tempo per organizzare il tour in Campania, oltre alla partecipazione al SHG di Salerno, la nostra idea è anche quella di fare i musicisti di strada, come già fatto in passato in altre occasioni e in altre città. Trovo che sia un’esperienza molto bella e che potrei consigliare a chiunque suoni o canti. D’altro canto il pubblico in strada è vero e non filtrato: se arrivi emozionalmente la gente si ferma ad ascoltarti, altrimenti se ne va semplicemente!
Quindi dal jazz club, al gran gala in Svizzera passando dalla strada rimane una sola costante: suonare, suonare e suonare!
Ti muovi prevalentemente in due formazioni. In duo e in quartetto. Sei ugualmente a tuo agio in entrambe? In quale senti di riuscire a esprimerti meglio chitarristicamente?Ho provato le formazioni più disparate nella vita, compresa l'orchestra con tanto di coro gospel, ma quanto ti metta alla prova la formazione in duo trovo personalmente che non abbia eguali. Siccome mi piace un casino suonare la chitarra, mi devo dar da fare tantissimo per non annoiarmi e (spero) non annoiare in due ore e passa di live… almeno ci provo anche se c'è ancora tanto da fare, studiare e imparare.
Il quartetto mi rilassa molto di più, perché a volte succede di fermarsi ad ascoltare… in duo è veramente difficile che questo accada.
Nel tuo quartetto alla batteria c’è Valentino Uberti, docente anche nella Didattica di Accordo. Raccontaci della tua collaborazione con lui. Lui è virtuoso del latin, fusion… tu un jazzista con loschi trascorsi da rockettaro. Sarebbe divertente sentirvi scorrazzare in un contesto più elettrico…Valentino è un amico, oltre che un collega, preciso e puntuale come una macchina.
Grazie a oltre sette anni di live insieme e prove costanti ci permette tante divertenti scorribande musicali. A volte nei live Simona si attacca al walking del basso, perché noi due facciamo i discoli spostando il tempo e gli accenti, poi si cerca di tornare sul pezzo.
Un progetto elettrico mi piacerebbe tantissimo… forse in futuro dato che ora sono parecchio impegnato con il duo e la promozione del libro “La Chitarra Jazz - Suoni e Colori”.
Inoltre posso anticipare che entro fine anno uscirà con Carisch il libro “La chitarra jazz per tutti”, che mi vedrà impegnato con tanti live e clinic in giro per l'Italia.
Ora cominciamo a fare le prove con questo piccolo tour che comunque toccherà Salerno, Messina, Siracusa, Catania, Caltagirone, Napoli, Roma e l'ultima data, una volta arrivati a casa, sarà il 16 maggio al nuovo teatro di Caldana, in provincia di Varese.
Poi la programmazione prosegue in Varese e provincia e si potrà seguire sul .
Ti vedremo come ospite all’apertura di SHG a Salerno. Che proporrai? In che formazione? Che strumentazione?Sempre in duo con Simona, passeremo dai grandi classici standard evergreen alla bossanova, piuttosto che a riadattamenti in stile gipsy ma sulla semiacustica. Inoltre proponiamo tanta musica italiana, da Paolo Conte a Buscaglione, da Mina alla Vanoni, ma sapendoci divertire anche con canzoni come “Pippo Non lo Sa” e “Mille Lire al Mese”.
Oltre all'apertura suoneremo all'entrata vicino allo stand di Accordo. Grazie a ore di repertorio durante manifestazioni simili siamo arrivati a suonare tutto il giorno, con qualche pausa ovviamente, ma ci sarà da spellarsi le dita di sicuro!
Chi vuol passare e scambiare quattro note insieme è assolutamente ben accetto!
Descrivici il tuo parco chitarre.Prima suonavamo con due stupende Gibson, una 165 Herbie Ellis e una 335. Poi da tre anni circa, grazie a Erich Perrotta di Ran De Gal, mi sento molto fortunato ad aver trovato nei suoi modelli una chitarra che mi calza come un guanto. Infatti il modello Classic 16 in fibra di carbonio più pungente e guizzante mi si adatta perfettamente, mentre la chitarra di Simona, un modello analogo ma interamente in legno, ha toni più caldi e rotondi per l'accompagnamento, anche se nei solo non se la cava per niente male.
Come amplificazione mi porto il Tom Kat, che permette di amplificare due chitarre. In pedaliera giusto quattro cose, direi le solite e con molta semplicità: delay analogico, un riverbero per cambio di ambiente, chorus per colorare, un vecchio Expandora settato su overdrive con il gain molto basso e un boost T-Rex per poter uscire dall'impasto con il suono della chitarra di Simona.
Pedale volume Ernie Ball e accordatore completano il tutto insieme al pedale synth Line6 FM4, che uso per qualche effetto speciale. Ma sempre con parsimonia, adoro il suono delle dita e tutte le sfumature ottenibili con la chitarra semplicemente ben amplificata senza aggiungere nulla ed è come l'amplifico per la maggior parte del tempo.
Volevo infine ringraziare te, la redazione e tutti gli Accordiani per la grande opportunità che mi state dando, perché mettere a disposizione l'esperienza fin ora acquisita è a sua volta motivo di grande crescita, come del resto lo sono sempre i confronti.
A presto e buona musica a tutti!