di Matteo Barducci [user #29] - pubblicato il 07 gennaio 2017 ore 09:00
Il fascino anni '70 delle chitarre Shergold torna a far parlare. La fabbrica riapre i battenti ma, più di un'operazione votata a repliche fedeli, si parla di reinterpretazione dei classici in chiave moderna e con prezzi allettanti. La notizia è dell'ultim'ora, la Masquerader è la prima arrivata e già compaiono i primi clip ufficiali per ascoltarla.
In realtà si tratta di un ritorno annunciato: poco più di un anno fa Brian Cleary, manager di Barnes&Mullins (uno dei più importanti distributori di strumenti musicali del Regno Unito) annunciò di aver raggiunto un accordo con i figli di Jack Golder per l'utilizzo del marchio Shergold che sarebbe tornato quindi a breve su una nuova linea di strumenti di puro design inglese.
Non mi dilungo su cosa abbia rappresentato la figura di Jack Golder nello sviluppo dello strumento elettrico made in UK (per chi fosse interessato posso segnalare l'articolo che scrissi tanto tempo fa a questo indirizzo), basti pensare però che per molti è l'equivalente oltremanica di Leo Fender.
Per il rilancio del marchio è stato scomodato nientemeno che James Patrick Eggle (tanto per fare paragoni, viene accostato a Paul Reed Smith) e, dopo una gestazione di diversi mesi costellata da rinvii, prototipi scartati e rimandati indietro, eccetera, la nuova linea composta da tre chitarre (con altri modelli e bassi a seguire) ha visto ufficialmente la luce il 3 Gennaio 2017.
Premetto subito che gli strumenti sono fisicamente costruiti nella fabbrica Faith a West Java, Indonesia, stabilimento che già da i natali all'apprezzata gamma di acustiche mid-price che porta lo stesso nome. Lo stabilimento - specifica l'azienda - segue i più rigorosi standard in termini di qualità di lavoro e di rispetto delle maestranze e usa legnami certificati (notizia che nei giorni del terremoto CITES fa sempre bene apprendere).
La Masquerader prende il nome dalla sua progenitrice che tanto ha contato per i fan dei Joy Division. Le linee del body (finalmente in mogano avendo abbandonato l'orrendo obeche) sono quelle, ma le analogie si fermano lì, avendo Brian Cleary specificato che non si sarebbe trattata di una operazione revival: i manici avvitati sono di solido palissandro (grazie CITES) con sfiziosi inlay in argento. L'hardware è Wilkinson di ispirazione Telecaster, i pickup sono Seymour Duncan USA, le meccaniche sono staggered autobloccanti e i battipenna sono in vera bachelite.
I tre modelli (P90+HB, SSH e SSS) hanno un prezzo che parte da circa 800 sterline. La gamma di colori è limitata ma rispecchia fedelmente quelle che erano le opzioni delle vecchie chitarre Shergold (manca però un bel natural).
Per chi fosse interessato, il sito ufficiale è a questo link.