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Migliora i tuoi accompagnamenti: che coss'è l'amor
Un brano più elementare dal punto di vista degli accordi può lasciare spazio per concentrarsi sull'affinamento di alcune tecniche interessanti di arrangiamento per chitarra acustica e voce. Ce ne dà un esempio Paolo Pilo con "Che coss'è l'amor" di Vinicio Capossela. Continua...
di redazione [user #116]
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Migliora i tuoi accompagnamenti: Non è l'amore che va via
Nelle sue sperimentazioni sonore con jazz e musica latina, Vinicio Capossela lascia ampio spazio al chitarrista intenzionato a esplorare il proprio strumento nel ruolo di accompagnatore a tutto tondo, includendo tra le sei corde una batteria, un basso e una chitarra, a volte anche due. Continua...
di redazione [user #116]
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Migliora i tuoi accompagnamenti: all'una e trentacinque circa
Potresti pensare di conoscere il giro blues come le tue tasche, ma quelle dodici battute possono avere varianti infinite, in particolare se ci si affaccia su stili più raffinati come uno swing ritmato a dovere del calibro di "All'una e trentacinque circa" di Vinicio Capossela. Continua...
di redazione [user #116]
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Vinicio Capossela a Roma il 27 maggio
Sono partite le prevendite su Ticketone e su Greenticket per il concerto di Vinicio Capossela, in programma venerdì 27 maggio a Roma all’Auditorium della Conciliazione. La data romana concluderà la prima parte della tournée di Capossela che riprenderà, poi, in estate con nuovi concerti. Continua...
di redazione [user #116]
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Concerti e nuovo album in vista per Vinicio Capossela
Prima della pubblicazione del suo nuovo album di inediti, Vinicio Capossela sarà in concerto in Europa l'8 febbraio a Zurigo, l'11 a Colonia, il 14 febbraio a Parigi e il 15 febbraio a Londra Continua...
di redazione [user #116]
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Una gradita sorpresa. Vinicio Capossela a Catania
acrobatuv scrive: Alle ore 21:30 mi siedo nella fila 13 posto 21 della tribuna del teatro Metropolitan di Catania. Il teatro è grande e così mi ritrovo abbastanza distante dal palco, ma ho in compenso una visuale ottima. Da buon “malato di chitarrite” cerco subito la strumentazione sul palco. In primo piano si nota uno splendido pianoforte a coda, strumento principale del nostro Vinicio, sotto noto un amplificatore per chitarra che nonostante la distanza mi sento abbastanza sicuro nel dire che fosse un Vox ac30. Spostando lo sguardo sulla mia sinistra vedo una serie di strani strumenti che lì per lì non riesco a riconoscere se non fatta eccezione per uno xilofono. Più in alto si riconoscono facilmente un sassofono e la batteria. Infine alla destra del piano forte si intravede una chitarra e un amplificatore. Cerco di aguzzare la vista e mi sembrano una fender strato e un blues junior ma onestamente non ci metterei la mano sul fuoco, anche perché il chitarrista ha dato il fianco per tutto il concerto. Continua...
di acrobatuv [user #2989]
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Tom Capossela e Vinicio Waits
Innanzitutto e' importante ispirarsi bene :-)). E scegliere Tom Waits come modello puo' essere ritenuto un titolo di merito. Poi bisogna vedere come lo si fa: per intenderci Elvis Presley e' stato scelto come modello da Little Tony, Booby Solo e Bob Dylan. Il terzo ne ha ricavato qualcosa di piu'. E Vinicio e' proprio bravo. E' vero, peraltro, che non avendo mai visto un concerto di Tom Waits (e me ne dispiace molto) non posso fare paragoni on stage. In linea di massima (a parte l'iconografia col cappelluccio) Vinicio mi sembra molto piu' solare e caciarone di Tom, decisamente piu' simpatico e con una vena comica e circense piu' pronunciata. Sulla follia invece Tom e' decisamente piu' avanti :-)). Tom Waits e' comunque un grande, uno dei piu' grandi. Non sono pero' d'accordo per quanto riguarda l'aspetto musicale. Canzoni a manovella, seppur affondi fino al gomito nello stesso humus culturale di Tom Waits, ma in realta' rifacendosi alle fonti (Brecht/Weill, il cabaret espressionista tedesco, Karl Valentin, che secondo me Vinicio conosce benissimo e interpreta anche) si discosta parecchio dal vecchio Tom. Il clima e' decisamente mitteleuropeo, la voce ha tutt'altra estensione e il tempo di valzer quasi sempre sotteso e' preesistente a Waits che, peraltro e invece, coi Balcani centra come i cavoli a merenda. Simile invece una certa tendenza "rumorista" e la caccia agli strumenti improbabili e inventati, quasi come quelli proposti nel bellissimo disco di qualche anno fa "Gravikords, whirlies & pyrophones" (new and unusual musical intruments), pubblicato con a corredo una frase proprio di Tom Waits: "Sit back and enjoy the flight". Per chiudere, secondo me, piu' Vinicio Waits e Tom Capossela in scena che su disco e di sicuro non in misura tale da intristire. E poi, semmai, i dischi vecchi erano molto piu' waitsiani di questo. Leon Continua...
di Leon Ravasi [user #4]
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Capossela: tra follia e genialità
"Dalle tavole del palcoscenico del Teatro Smeraldo di Milano, il vostro cantautore-pugile preferito! Vinicio Capossela!!!" Armato di due baffoni finti da uomo forzuto e di una band di rara intensita' e precisione Vinicio Capossela ci ha ammaliati e stregati per oltre due ore. Continua...
di Leon Ravasi [user #4]
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Caposella a manovella
Disco non facile, ma nient'affatto banale. E' da ieri che lo sto facendo girare sul lettore. E passo, alternativamente, da stati di alterazione e irritazione a fasi di ammirazione. Canzoni a manovella "soffre di genialita'"! Troppa. In eccesso. Ne basterebbe meno. In alcuni momenti sembra un disco tratto direttamente da un'altra epoca (gli anni '30? '40?) e in altri ancora ti stupisce il suo essere fuori dal tempo, il suo vagare sulla luna alla ricerca di un senno che Capossela stesso deve aver intravisto qualche volta, ma cosi' ... di sfuggita. La canzone del Decervellamento, tratta da Jarry, e' una chicca assoluta. Ma non da meno la Polka di Warsava, fatta di soli 8 versi "Il cielo e' fosforo/ la terra e' cenere/ sferraglia celere/ il treno e va/ Sui bastimenti/ va la fanfara/ la terra implora/ un altro brindisi". Irritante e da rincorrere col bastone "Maraja'", ai limiti "Bardamu'" che alterna strofa bella a ritornello demenziale. Dolcissima la "Canzone a manovella", nonostante "palombaro/scafandro/boccaglio" o forse proprio per quello. Un misto tra "La marcia di Cip e Ciop" e un capolavoro. Qualcuno lo interdica per "Rosamunda" e gli elevi inni per "Solo mia". Bella "Corre il soldato", dal vago fuoco balcanico. "Signora Luna", "Nella pioggia" e "Resto qua" sono belle pagine un po'jannacciane. Tutto sa di Jannacci a dire il vero. Sia l'atmosfera da circo che gli attimi più intimi e delicati. Quest'aria di polvere e pioggia e inverno e caldarroste. Delicato acquarello "I pagliacci". Sospeso tra Babbo Natale e le merce del periodo bellico, un miglio oltre Paolo Conte e dimentico di Tom Waits. E' un disco ipertrofico, gonfio, strapieno. Con piu' strati di una torta pasqualina. Insomma da mangiare con appetito, da spilluzzicare o da rigettare per il troppo pieno. Da amare o da disprezzare, ma comunque (credo) da comprare. Ce ne sono pochi di dischi cosi' in Italia! "Una notte sul canale di Lubecca , in una vecchia fabbrica di polvere da sparo, , li' giacciono nella polvere accasciati , i vecchi pianoforti , dalla guerra abbandonati, , cani senza piu' padroni, , sull'attenti come vecchi maggiordomi , e in quelle casse sorde e addormentate , giace li' il silenzio di milioni di canzoni" , (I pianoforti di Lubecca) , Leon Continua...
di Leon Ravasi [user #4]
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